Il verdetto è stato pronunciato questo mercoledì pomeriggio al processo per omicidio del giovane Zinedine, avvenuto alla vigilia di Natale 2021, a La Riche. L’imputato, un uomo di 23 anni, è stato appena condannato a 18 anni di reclusione penale dalla Corte d’assise dell’Indre-et-Loire per omicidio volontario, dopo tre giorni di udienze. È stata esclusa la legittima difesa.
Poco prima della mattinata il procuratore generale aveva chiesto 20 anni di reclusione penale. Nel corso delle sue requisizioni, il magistrato ha subito escluso la legittima difesa, difesa dall’imputato e dal suo avvocato. “Qual era il piano, infliggere sette coltellate? Una lama che esce, che affonda, che trafigge tutto, il cuore, il polmone… Non volevi uccidere? ringhia, fissando l’imputato: “Sì! […] Quando si difende? A che punto ci difendiamo quando siamo l’aggressore iniziale?”
Una volontà di uccidere che non corrisponde alla realtà dei fatti, ha poi difeso il legale dell’imputato nel corso della sua memoria in cui parla di un “un uomo che non è più stato lo stesso dopo gli eventi.” Un imputato che, pochi minuti prima della sospensione dell’udienza, ha parlato per la prima volta direttamente con la famiglia di Zinedine. “Mi scuso. Non volevo questo. Zinedine non meritava di morire. Era una brava persona”, si rammaricò, ancora senza emozione.
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