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Marine Le Pen vuole evitare la “morte politica”, la sua difesa alla sbarra questo mercoledì

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Come ha fatto prima di lui la difesa di altri 24 imputati (oltre al Raduno Nazionale giudicato persona giuridica), chiederà la liberazione del suo assistito, che ha continuato a protestare fin dall’apertura del processo contro gli assistenti di RN Gli eurodeputati non hanno “violato alcuna regola”. Senza convincere la Procura. Nei suoi atti di due settimane fa, la Procura ha chiesto contro il leader dell’estrema destra cinque anni di reclusione, di cui due anni con limiti modificabili, una multa di 300.000 euro, e soprattutto cinque anni di reclusione con esecuzione provvisoria – il che sarebbe applicare immediatamente anche in caso di appello, e metterebbe a repentaglio le sue ambizioni per le elezioni presidenziali del 2027.

“Morte politica”

«Molto serena» all’apertura del processo del 30 settembre, Marine Le Pen era fuori di sé dopo le requisizioni. Davanti alle telecamere, uscendo dall’aula, ha denunciato gli “eccessi” e le “violenze”. “Penso che la volontà della Procura sia quella di privare i francesi della possibilità di votare per chi vogliono” e di “rovinare il partito” – contro il quale sono stati comminati 4 milioni di euro di multa (di cui 2 fermi) – hanno detto i tre- candidato presidenziale di volta. Prima di aggiungere il giorno dopo in televisione: “quella che si chiede è la mia morte politica”.

La richiesta di ineleggibilità immediata ha reso improvvisamente reale la possibilità che Marine Le Pen non potesse candidarsi nel 2027, e ha colto tutti di sorpresa, suscitando critiche nel suo campo politico e non solo. L’accusa lo aveva giustificato con il rischio di “reiterazione” di un’appropriazione indebita di fondi pubblici, che si era “ripetuta” per 12 anni (tra il 2004 e il 2016) e si era “interrotta” solo a causa della relazione del Parlamento europeo, che stimava la sua Danni finanziari per 4,5 milioni di euro.

Quanto agli imputati che hanno negato apertamente l’esistenza di un “sistema” messo in atto per pagare gli assistenti parlamentari “fittizi” con soldi europei, non hanno manifestato alcun “interrogatorio” durante l’udienza», ha accusato l’accusa, sottolineando ulteriormente che l’ il partito era già stato condannato per appropriazione indebita. “Non siamo qui in un forum politico, ma giudiziario, e la legge, la legge vale per tutti”, hanno concluso i pubblici ministeri.

Sentenza tra diversi mesi

Un atto d’accusa che assomiglia a un “manifesto” politico con sanzioni “soffocanti ed eliminatrici”, è stato strangolato martedì nella sua dichiarazione dall’avvocato del Raggruppamento Nazionale, Me David Dassa Le Deist. In controtendenza rispetto alla tendenza dell’accusa che, secondo lui, “ha calpestato la separazione dei poteri”, l’avvocato ha invitato il tribunale a “riscoprire l’ambito del diritto”. Questo processo, “a causa delle requisizioni, è diventato un simbolo dello stato della nostra democrazia”, ha affermato. Mercoledì, al termine dell’udienza, il tribunale annuncerà la data in cui emettere la sentenza – tra qualche mese.

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