I tifosi dell’Atlético Madrid dibattono da tempo su chi meriti di condividere lo stesso tavolo con leggende come Messi e Cristiano Ronaldo. Per anni Antoine Griezmann ha cercato, senza successo, di affermare il suo posto nell’élite del calcio, nonostante il suo status di stella indiscussa dell’Atletico. Oggi è chiaro che Julián Alvarez ha più del suo posto nella classifica dei migliori del calcio. Il suo magnifico gol su punizione, il primo di un giocatore del Real Madrid in Champions League dai tempi di Kun Agüero nella stagione 2009-10, testimonia il suo talento e impegno eccezionali, completando una meritata doppietta.
Alvarez sembra prosperare sotto Diego Simeone, un allenatore che valorizza i giocatori disposti a rimboccarsi le maniche e lottare su ogni pallone. A differenza di molte star globali, Alvarez incarna lo spirito combattivo e la natura competitiva che definiscono la filosofia di El Cholo. Mentre la stagione si avvicina alla conclusione, molti hanno messo in dubbio le possibilità dell’Atlético Madrid nella Liga dopo le deludenti sconfitte contro Benfica, Lille e Real Betis. Alcuni hanno addirittura lasciato intendere che già a novembre diranno l’addio allo scudetto, con un allarmante deficit di dieci punti dietro l’FC Barcelona. Inoltre, la minacciosa presenza del PSG in Champions League ha aumentato il pessimismo che circonda la squadra.
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Con l’avvicinarsi di dicembre, i Rojiblancos, ancora sotto la guida di Simeone, stanno ora prendendo di mira le prime otto d’Europa e preparandosi per una potenziale impresa nella loro prossima visita al Camp Nou. Attualmente in sesta posizione, ha un programma difficile con partite contro Vic, Las Palmas, PSG, Maiorca, Alavés e Sparta Praga.
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In questa stagione molti si aspettavano Pablo Barrios. Dopo aver vinto l’oro olimpico, il talentuoso centrocampista ha superato le aspettative ed è ora parte integrante della squadra dell’Atleti. Barrios si è fatto valere, dimostrando di essere non solo un pilastro della Nazionale ma anche il cuore della squadra, dominando il centrocampo da chiaro organizzatore.
La ricerca incessante di Julián Alvarez su ogni pallone e la feroce competitività di Giuliano in ogni sfida riflettono l’essenza stessa di ciò per cui l’Atlético è noto da tempo. La squadra è riemersa come un’unità coesa, che ricorda i suoi giorni di gloria. Non c’è spazio per imbronciamenti o polemiche per quanto riguarda la permanenza di Griezmann in panchina. Al francese sono bastati pochi minuti per farsi sentire, per non parlare dell’instancabile Correa, capace anche di segnare una doppietta.
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Nonostante la cocente sconfitta, i tifosi di casa sono rimasti saldi, sostenendo e tifando la propria squadra fino alla fine senza il minimo accenno di delusione. Questo sostegno incrollabile deriva dalla consapevolezza che l’Atlético, soprattutto considerando i problemi legati agli infortuni, non è la squadra contro cui misurare il proprio potenziale. In effetti, il trionfo dei Rosicky alla guida dello Sparta ha riportato il calcio della Champions League allo stadio Letná, a testimonianza della loro eredità e del rispetto per la storia del club.
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