Siamo pronti per una Francia dei centenari? Individualmente, sì; collettivamente, no. È quanto emerge dall'ultimo barometro Landoy-Ifop, i cui risultati sono stati presentati il 25 novembre. La maggioranza dei nostri concittadini vorrebbe quindi vivere più a lungo (59%) e ancor più considererebbe questa prospettiva un progresso (88%). Tuttavia, in genere non hanno adottato misure in questa prospettiva, né per la pensione, né per un’eventuale dipendenza. Inoltre, non sono pronti a lavorare più a lungo e temono la discriminazione sul lavoro dopo i 50 anni.
Quindi quale sarebbe l’età pensionabile?
Ma i francesi ritengono anche che questo sviluppo porrà “grandi problemi economici” e riconoscono l’impreparazione del nostro sistema sociale per affrontarli. Questa lucidità non si traduce nel riconoscimento della necessità di prolungare l'orario di lavoro, si rammaricano gli autori. Tuttavia, l'età media fino alla quale le 2.000 persone intervistate pensano che lavoreranno è di 63,5 anni, leggermente al di sopra dell'attuale età di inizio effettiva e vicina all'età legale prevista al termine dell'attuazione della recente e tanto criticata riforma pensionistica. Altri dati sollevano interrogativi: l’età di inizio desiderata, e non più vincolata, è in media di 59,1 anni. D'altra parte, i più giovani sono anche quelli che desiderano, e si vedono, lavorare per meno tempo (51,3 e 59,6 anni in media per i 18-24enni). Tuttavia, nel caso di un continuo deterioramento del sistema di finanziamento delle pensioni, il prolungamento della vita lavorativa potrebbe preoccuparli ancora più delle generazioni precedenti.
Una carriera più difficile da quale età?
È questo uno degli effetti del deterioramento delle condizioni di lavoro? «Il lavoro non è meno desiderabile, ma ha senza dubbio perso la centralità che aveva per le generazioni precedenti», interpreta Frédéric Dabi, direttore Opinion dell'Ifop. D'altro canto, le difficoltà di carriera dei dipendenti che invecchiano sono ben identificate: il panel fissa a 51,3 anni in media l'età cruciale nella quale lo sviluppo professionale diventa difficile. Sia nel reclutamento che nella formazione, secondo gli intervistati, gli over 50 sono quelli che stanno peggio, vivendo una situazione più difficile rispetto alle persone con disabilità o di origine straniera in particolare.
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