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Ieri ha presieduto l’apertura dell’anno giudiziario 2024-2025: i messaggi del presidente Tebboune ai magistrati

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Un po’ in ritardo rispetto a quelle che l’hanno preceduta, a causa del cambio di governo annunciato martedì scorso, si è svolta ieri, presso la sede della Corte Suprema di Algeri, la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario (2024-2025), alla presenza del il presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune, membri della magistratura civile e militare, quelli dell’Esecutivo, ma anche alti funzionari pubblici e alti dirigenti statali. L’intervento del Capo dello Stato, durato circa trenta minuti, ha fatto emergere due messaggi essenziali.

Il primo è rivolto ai giudici e riguarda la moralizzazione del loro operato. “Possiamo accettare che un magistrato possa commettere un errore nell’esercizio della sua funzione, ma a condizione che questo errore non vada a vantaggio dei suoi parenti o conoscenti”, ha affermato, sottolineando: “So che la maggioranza dei giudici è onesta. La giustizia deve essere usata per proteggere l’economia del Paese e non per reprimere. Sono state apportate profonde riforme per moralizzare il clima imprenditoriale attraverso la revisione delle relative leggi che facilitano l’accesso alla giustizia.

Il presidente ha quindi elogiato “il senso morale e professionale” dei magistrati nella “consacrazione della legge”. Ha parlato degli “sforzi” in termini di “modernizzazione e digitalizzazione” della giustizia per “superare tutti i problemi che i magistrati affrontano nella loro vita privata affinché possano dedicarsi completamente alla loro missione” .

Ha inoltre ricordato che i nuovi testi legislativi sono stati promulgati concretizzando “i miei impegni nei confronti dei cittadini relativi alla moralizzazione della vita pubblica e alla lotta contro la corruzione e gli abusi”, aggiungendo: “L’Algeria ha completato la costruzione di “un sistema giudiziario repubblicano, rafforzato dalla la fiducia del popolo (…) Le istituzioni della Repubblica sono forti di donne e uomini onesti e leali ai quali voi, signori giudici, porgo i miei migliori saluti”. Il Presidente ha parlato anche della politica di modernizzazione del settore giudiziario che, secondo lui, ha “migliorato il livello di prestazione” del settore ed ha espresso “fiducia” in ulteriori risultati nel futuro.

“Nel recente passato, la “îssaba” (la banda) ha avvelenato il clima in patria e all’estero e ha accusato i leader onesti del Paese”. “Oggi possiamo parlare con fiducia delle misure adottate. Ripristinare la fiducia dello Stato e consolidare i requisiti di governance”. Secondo lui, “la nuova Costituzione ha consentito di rafforzare lo status della magistratura e di consolidare l’indipendenza del potere giudiziario”.

Il secondo messaggio del Capo dello Stato riguardava la Palestina. “Un anno fa, da questa stanza, abbiamo invitato le persone libere di tutto il mondo ad agire contro il massacro del popolo palestinese a Gaza. Oggi, grazie a Dio, l’appello dell’Algeria è stato ascoltato e gli assassini del popolo palestinese risponderanno delle loro azioni”, ha dichiarato il Presidente prima di rivolgere “il suo ringraziamento a questi uomini liberi in tutto il mondo, soprattutto ai fratelli del Sud Africa.

Durante la cerimonia sono intervenuti il ​​Presidente della Corte Suprema e il neo nominato Ministro della Giustizia, con discorsi che hanno evidenziato i risultati rispettivamente dell’Alta Corte e del Dipartimento di Giustizia.

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