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Losanna 1974: il Mosè della cattedrale si colora

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Vaud nel retrò

Cinquant’anni fa, la cattedrale del Mosè di Losanna riacquistava i suoi colori

Il 26 novembre 1974, grazie ai lavori di restauro, ricomparve la figura del profeta.

Pubblicato oggi alle 8:55

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“Nella cattedrale, un tesoro unico in Europa”, titola “24 Heures” il 27 novembre 1974. Appare Mosè, il profeta munito delle Tavole della Legge nella prima pagina della vita quotidiana. I lavori di restauro intrapresi sul portale sud dell’edificio di Losanna hanno rivelato, sotto la calce di cui erano ricoperte una dozzina di grandi sculture, la policromia originale, vecchia di circa settecento anni. Perché il tesoro in questione non è solo Mosè, ma anche le altre statue dei profeti, apostoli ed evangelisti del mondo cancello dipinto, che, dopo sette secoli grigi, svelano finalmente i loro colori.

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Oppure XIVe secolo, passarono i losannesi che entrarono nella chiesa dal portale sud, come i suoi discendenti del XX° secoloesotto lo sguardo inclinato di dodici grandi statue: l’Antico Testamento a sinistra (Isaia, Davide, Geremia, Mosè, Simeone e San Giovanni Battista), e il Nuovo a destra (Pietro, Paolo, Giovanni, Matteo, Luca e Segno ). Ma i profeti, gli apostoli e gli evangelisti erano allora dipinti in modo ricco e vivido. Il portale, nel suo insieme, era illuminato a colori.

Un lavaggio salvifico

«In nessuna delle cattedrali d’Europa queste policromie esterne hanno resistito al tempo, all’umidità, al gelo e al disgelo, tranne che a Losanna», spiega il giornalista Alain Campiotti. Tra il 1530 e il 1540, una calce uniforme coprì tutti i colori. Chi aveva fatto questo? I Bernesi, i ministri della religione riformata? E perché? Gli “imbiancatori” senza dubbio non avevano un motivo religioso: non avrebbero conservato le scene scolpite dell’incoronazione, morte e risurrezione della Vergine. “Il gusto, più probabilmente, era cambiato”, stima Théo-Antoine Hermanès, responsabile del restauro del portale. Al tempo della Riforma la gente forse trovava volgari questi colori vivaci all’ingresso della chiesa”.

Ma qualunque fossero le loro motivazioni, avevano ragione. Perché l’imbiancatura, nascondendo la policromia, la salvò anche dalla distruzione. Sotto la loro sottile protezione, i colori forse non hanno più il rigoglio che avevano circa settecento anni fa. Il blu è sbiadito, ma l’oro e il rosso hanno resistito alle ingiurie del tempo. Riapparve così il volto roseo di Mosè e le sue corna d’oro.

Una volta riportata alla luce la policromia, resterà da proteggere, consolidare le statue, rifare il portico e smaltarlo. Il pubblico ha potuto scoprire Mosè e il “tesoro” solo nel 2007, dopo quasi quarant’anni di lavoro.

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Claude Beda è giornalista della rubrica 24 ore di Vaud. Appassionato di questioni sociali e di vita dei suoi abitanti, ha percorso diverse regioni del cantone prima di unirsi alla redazione di Losanna. Maggiori informazioni

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