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Israele denuncia atto antisemita

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Il governo israeliano ha confermato domenica l’omicidio di Tsvi Kogan, un rabbino israeliano-moldovo di 28 anni, scomparso giovedì scorso negli Emirati Arabi Uniti. Questo assassinio, descritto da Israele come un “atroce crimine antisemita”, avviene in un contesto regionale teso segnato da conflitti militari e tensioni diplomatiche.

Le circostanze dell’assassinio

Tsvi Kogan, membro del movimento ultraortodosso Chabad Lubavitch e direttrice di un negozio kosher a Dubai, era scomparsa da diversi giorni prima che i suoi resti fossero ritrovati. Secondo la dichiarazione rilasciata dall’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, le autorità israeliane sono impegnate a perseguire gli autori dell’omicidio per garantire che siano ritenuti responsabili delle loro azioni.

Gli Emirati Arabi Uniti, attraverso la loro agenzia di stampa ufficiale WAM, hanno confermato la scomparsa di Kogan ma lo hanno identificato solo come cittadino moldavo, senza menzionare la sua nazionalità israeliana. Il ministero dell’Interno degli Emirati ha dichiarato di aver avviato un’indagine approfondita dopo aver denunciato la sua scomparsa, senza fornire ulteriori dettagli sull’identità dei sospettati o sui potenziali motivi.

Reazioni israeliane e internazionali

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha condannato fermamente l’omicidio e ha ringraziato le autorità degli Emirati per la loro “azione rapida”. Tuttavia, il silenzio del governo degli Emirati riguardo alla nazionalità israeliana di Kogan solleva interrogativi, poiché le relazioni tra Israele e gli Emirati sono sotto pressione a seguito dei recenti conflitti regionali.

Contesto geopolitico e tensioni crescenti

La normalizzazione delle relazioni tra Israele e gli Emirati nell’ambito degli Accordi di Abraham del 2020 ha consentito un afflusso di turisti e uomini d’affari israeliani negli Emirati. Tuttavia, le conseguenze degli attacchi di Hamas dell’ottobre 2023 e la risposta militare di Israele a Gaza e in Libano hanno riacceso le tensioni nella regione. Questi eventi hanno provocato un aumento della rabbia nel mondo arabo, compresi gli Emirati, dove le iniziative israeliane sono state oggetto di proteste, online o sul campo.

Il negozio kosher gestito da Kogan era stato recentemente oggetto di critiche online da parte dei sostenitori della causa palestinese. Durante una visita, i giornalisti hanno notato che oggetti religiosi, comprese le mezuzah, erano stati strappati dalle porte del negozio.

Una pista iraniana?

Anche se Israele non ha ufficialmente accusato l’Iran della questione, lo spettro di un suo coinvolgimento incombe sull’incidente. L’Iran, principale sostenitore di Hamas e Hezbollah, è presente attivamente negli Emirati dove vivono centinaia di migliaia di iraniani. In passato, operazioni di rapimento attribuite a Teheran sono state effettuate sul territorio degli Emirati. Se la leadership iraniana dovesse essere confermata, rischierebbe di indebolire ulteriormente i rapporti tra Israele ed Emirati.

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