Secondo gli ultimi dati della BIVB, la Borgogna è l'unico vigneto francese a registrare una crescita delle vendite nel 2024. Per il suo presidente Laurent Delaunay, questa buona notizia è dovuta in particolare a un riadeguamento dei prezzi. Colloquio.
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I nostri dati per il 2024 annunciano un aumento del 4,6 % delle vendite di vino della Borgogna in volume di esportazioni, +3,2 % nella distribuzione di massa. Il vostro vigneto diventa un'eccezione positiva all'interno della viticoltura francese. Come lo spieghi?
Laurent Delaunay: Da un punto di vista situazionale, vedo due ragioni principali. Quello quantitativo: sui mercati il nostro 2022, anno generoso, ha preso il posto del 2021, anno magro, e abbiamo un po’ più di disponibilità. Inoltre, stiamo assistendo ad una stabilizzazione o addirittura ad un calo dei prezzi, soprattutto nelle denominazioni regionali. Quindi le vendite stanno riprendendo.
Quindi i consumatori non sono “rancore” ?
In effetti, i posti persi sui mercati nel 2021 – sia a causa delle quantità che dei prezzi – avrebbero potuto essere persi in modo permanente. Non è stato così. Segno che c'è ancora appetito per i nostri vini. Oggi la Borgogna ha tutte le carte in regola per avere successo sui mercati: una predominanza di bianchi e spumanti, rispettivamente il 61% e il 12% della produzione, e i freschi Pinot Neri del nord. E' un'opportunità, quindi dobbiamo prendere questi risultati con grande umiltà.
Alcune denominazioni, in particolare, portano questa crescita borgognona? ?
Sì, le denominazioni regionali, che sono le meno care e rappresentano la metà dei nostri volumi. Su questi Borgogna meno speculativi, il fatturato è più rapido, i prezzi si adattano più rapidamente. Possiamo vedere subito i risultati.
Per la prima volta in diversi anni, la crescita del volume supera la crescita del valore. E' un buon segno? ?
SÌ ! Negli ultimi anni, il fatturato della Borgogna è stato guidato dai prezzi, non dalle quantità. Questo mi preoccupava perché i consumatori non riuscivano a tenere il passo con questa tendenza per sempre. Gli alberi non raggiungono il cielo. Oggi i prezzi stanno raggiungendo una sorta di plateau, in tutti i mercati e in tutte le denominazioni messe insieme. È una sorta di liquidazione della situazione, una crescita più sana. Questo deve continuare.
Come farlo ?
Ancora una volta, restando umili. Siamo al limite. L’andamento dei consumi è difficile, il contesto internazionale è instabile e basta poco per sbilanciare il mercato, come abbiamo visto nel 2021. Dobbiamo quindi restare estremamente attenti. Abbiamo grandi assetti, dobbiamo solo affrontare le cose e saperci adattare.
Precedentemente uno sbocco aneddotico per i vini della Borgogna, la Svezia è diventata il suo quinto mercato di esportazione, superando il Belgio. Nella prima metà del 2024, il Paese scandinavo ha importato 3 milioni di bottiglie borgognone. “Trent’anni fa era un mercato per i rossi del sud, e oggi è trainato dai bianchi – di Chablis in particolare – e dai crémant”, decifra Laurent Delaunay, per il quale, “questo fenomeno è in particolare il risultato del lavoro a lungo termine del settore, che è riuscito a promuovere queste denominazioni al monopolio.”
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