Il contesto geopolitico resta favorevole ad una dinamica al rialzo del prezzo dell'oro in attesa delle prossime pubblicazioni americane.
Il prezzo dell’oro rimbalza nel contesto delle crescenti tensioni tra Ucraina e Russia
Il prezzo dell'oro è destinato a chiudere la settimana in forte rialzo, con un rimbalzo di circa il 5% per raggiungere i 2.680 dollari l'oncia. Questa ripresa avviene in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, mentre il conflitto tra Ucraina e Russia si intensifica.
L’Ucraina ha colpito il territorio russo con i suoi primi missili a lungo raggio, innescando una risposta senza precedenti da parte della Russia sotto forma di lanci di missili balistici intercontinentali, secondo fonti dell’aeronautica ucraina. A ciò si aggiungono le recenti preoccupanti dichiarazioni del presidente russo, che evocano minacce di guerra nucleare. Questi eventi hanno spinto gli investitori a riposizionarsi massicciamente in beni rifugio come l’oro o il dollaro, considerati un valore protettivo in tempi di crisi.
Contro l’euro, l’aumento dell’oro è ancora più pronunciato questa settimana, il metallo prezioso ha guadagnato quasi il 6% e è tornato a testare il suo record del 30 ottobre a 2.577 dollari, mentre è ancora inferiore del 3,5% rispetto al record del 30 ottobre contro il dollaro.
Grafico giornaliero del prezzo dell’oro – Livelli chiave
Il prezzo dell’oro potrebbe raggiungere i 3.000 dollari entro la fine dell’anno
Da un punto di vista dell’analisi tecnica, il prezzo dell’oro è appena tornato al di sopra della media mobile a 50 giorni, mentre il trend di fondo è rialzista, il che segna potenzialmente l’inizio di una nuova fase di significativo rialzo dell’oro. L'outlook torna quindi rialzista nel breve e medio termine con l'obiettivo di un ritorno al recente massimo di 2.785 dollari, per poi salire fino alla soglia simbolica dei 3.000 dollari l'oncia.
Il contesto globale continua a favorire uno slancio rialzista. Oltre all’evoluzione delle tensioni geopolitiche, per il prezzo dell’oro nel breve termine sarà importante anche l’evoluzione delle aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed. In effetti, la probabilità di un ulteriore taglio dei tassi della Fed il prossimo mese è di circa il 50%, quindi la pubblicazione dell'inflazione PCE statunitense di mercoledì 27 novembre e il rapporto mensile sull'occupazione statale di United venerdì 6 novembre saranno decisivi nel modellare le aspettative.
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