Giovedì il leader dell’opposizione Yair Lapid ha chiesto la creazione di una commissione regionale con sede a Riyadh per sviluppare accordi sul futuro del Libano e di Gaza, nonché per la normalizzazione delle relazioni tra Arabia Saudita e Israele.
Intervenendo alla conferenza “Strategie di speranza” del Mitvim Institute a Tel Aviv, Lapid ha affermato che l’attuale governo sta “prolungando inutilmente la guerra, a causa dei problemi politici del primo ministro [Benjamin Netanyahu] e fantasie di annessione e ritorno a Gaza dell’ala messianica”.
Immaginava una grande visione diplomatica che sarebbe iniziata con il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza e la cessazione dei combattimenti per sei mesi a Gaza e in Libano. Israele dichiarerebbe chiaramente che non intende né reinvestire a Gaza né rimanere nel sud del Libano, ma che ha il diritto di operare oltre i suoi confini. Durante questo periodo di sei mesi, una forza dell’Autorità emiratina-egiziana-marocchina-palestinese entrerebbe a Gaza e si occuperebbe della distribuzione e della ricostruzione degli aiuti umanitari.
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Tra un mese, ha proseguito Lapid, l’Arabia Saudita terrà una conferenza con Israele, Stati Uniti, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Libano e Autorità Palestinese (AP).
Secondo Lapid, da questo convegno scaturirà un accordo in cinque punti:
- In Libano verrà stipulato un accordo in base al quale il gruppo terroristico sciita libanese Hezbollah si ritirerà a 9 o 10 chilometri dal confine, mentre le forze armate libanesi (LAF), sostenute da Stati Uniti e Francia, entreranno nel sud del Libano. Una nuova forza militare libanese, con salari più alti e addestrata dal Regno Unito e dalla Francia, sarà schierata per proteggere il Libano meridionale.
- A Gaza, un organismo composto da sauditi, americani ed emiratini supervisionerà la gestione civile, insieme alla rappresentanza simbolica dell’Autorità Palestinese. L’Autorità Palestinese non avrà accesso ai fondi e non potrà scegliere i responsabili all’interno di questa organizzazione.
- Verrà formata una coalizione regionale per impedire all’Iran di ottenere armi nucleari e raggiungere l’egemonia regionale attraverso la sua rete di agenti armati.
- I legami economici e diplomatici con i paesi firmatari degli Accordi di Abraham e con l’Arabia Saudita saranno rafforzati, seguendo il modello del Forum del Negev, con la creazione di comitati professionali per affrontare questioni specifiche.
- Verrà fatta una dichiarazione secondo cui i partecipanti lavoreranno per la separazione tra Israele e palestinesi, in attesa delle riforme all’interno dell’Autorità Palestinese. Israele si impegnerà a non annettere la Cisgiordania, mentre l’Autorità Palestinese si impegnerà a combattere il terrorismo e l’incitamento all’odio.
Lapid ha definito l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti “un’opportunità per Israele”.
“Questa è un’amministrazione che non ha paura delle grandi iniziative. »
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