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Reazione indignata in Israele, nuovo “processo Dreyfus”, dice Netanyahu

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L’annuncio da parte della Corte penale internazionale (CPI) di mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant ha suscitato reazioni indignate in Israele, con Benjamin Netanyahu che ha paragonato la decisione della Corte a un nuovo “processo Dreyfus”.

La decisione antisemita della Corte penale internazionale è paragonabile al processo Dreyfus di oggi che si concluderà allo stesso modo“, ha dichiarato il capo del governo in un comunicato stampa diffuso dal suo ufficio. Condannato per spionaggio, degradato e internato in una colonia penale alla fine del XIX secolo in Francia, il capitano ebreo francese Alfred Dreyfus fu scagionato e riabilitato pochi anni dopo. in seguito il caso Dreyfus divise profondamente la società francese e rivelò l’antisemitismo di gran parte della popolazione.

Israele respinge con disgusto le azioni assurde e le false accuse mosse contro di esso [CPI]“, compresi i giudici”sono guidati dall’odio antisemita verso Israele“, aggiunge Benjamin Netanyahu. La CPI “ha perso ogni legittimità ad esistere e ad agire“comportandosi”come un giocattolo politico al servizio degli elementi più estremisti che lavorano per minare la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente“, ha reagito il suo ministro degli Esteri, Gideon Saar, a X.

Giovedì la CPI ha emesso mandati di arresto contro MM. Netanyahu e Gallant”per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno dall’8 ottobre 2023 al 20 maggio 2024“, e contro Mohammed Deif, capo del braccio armato di Hamas”per crimini contro l’umanità e presunti crimini di guerra commessi nel territorio dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina almeno dal 7 ottobre 2023“, data dell’attacco senza precedenti del movimento palestinese contro Israele da Gaza che ha scatenato l’attuale guerra.

È un giorno buio per la giustizia. Una giornata nera per l’umanità“, ha scritto su X il presidente israeliano, Isaac Herzog, per il quale”vergognosa decisione della CPI […] si fa beffe del sacrificio di tutti coloro che hanno lottato per la giustizia dopo la vittoria degli Alleati sul nazismo [en 1945] fino ad oggi“.

La decisione della CPIignora il fatto che Israele è stato attaccato in modo barbaro e che ha il dovere e il diritto di difendere il suo popolo“, ha aggiunto Herzog Herzog, ritenendo che i mandati di arresto fossero “un attacco al diritto di Israele di difendersi” e di prendere di mira “il Paese più attaccato e minacciato al mondo“.

Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale e campione dell’estrema destra, ha chiesto di reagire alla decisione della Corte penale internazionale annettendo l’intera Cisgiordania, territorio palestinese occupato da Israele dal 1967, ed estendendovi la colonizzazione ebraica.

Israele difende la vita dei suoi cittadini contro le organizzazioni terroristiche che hanno attaccato, ucciso e violentato il nostro popolo. Questi mandati di arresto sono una taglia per il terrorismo“, ha dichiarato in un comunicato il leader dell’opposizione Yair Lapid.

Rara voce dissenziente, l’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem ritiene che la decisione della Corte penale internazionale dimostri che Israele ha raggiunto “uno dei punti più bassi della sua storia”.

Sfortunatamente, con tutto ciò che sappiamo sulla condotta della guerra che Israele ha condotto nella Striscia di Gaza nell’ultimo anno […] Non sorprende che le prove lo indichino [MM. Netanyahu et Gallant] sono responsabili di crimini di guerra e crimini contro l’umanità“, scrive la ONG in un comunicato. Si chiede inoltre”tutti gli Stati parti [au traité de Rome ayant institué la CPI] rispettare le decisioni del [Cour] e per eseguire questi mandati“.

L’attacco senza precedenti di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 ha provocato la morte di 1.206 persone, per lo più civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali, compresi ostaggi uccisi o morti in prigionia a Gaza.

La campagna di ritorsione militare israeliana nella Striscia di Gaza ha provocato almeno 44.056 morti, in maggioranza civili, secondo i dati del Ministero della Sanità di Hamas per Gaza, ritenuti attendibili dall’Onu.

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