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Guerra in Ucraina: missili, mine antiuomo, armi atomiche… l’inevitabile escalation tra Ucraina e Russia?

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l’essenziale
Mentre Zelenskyj teme la sconfitta per mano della Russia se gli aiuti americani cessano, il conflitto sembra intensificarsi. Dopo il via libera di Joe Biden, l’Ucraina ha lanciato un missile ATACMS in territorio russo; Vladimir Putin ha risposto brandendo la minaccia nucleare e, ieri, gli Stati Uniti hanno annunciato che forniranno all’Ucraina “mine antiuomo non persistenti”.

La guerra in Ucraina sembra aver avviato un’escalation il cui esito è difficile da immaginare, 1.000 giorni dopo l’invasione russa. Da diverse settimane, infatti, ucraini e russi sembrano mettere tutte le loro forze nella battaglia per spingere al massimo le loro conquiste territoriali. Una vera e propria corsa contro il tempo con l’avvicinarsi dell’inverno che potrebbe congelare la prima linea, soprattutto in vista del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca il 20 gennaio.

Rieletto con ampio margine alla presidenza degli Stati Uniti il ​​5 novembre, Donald Trump spera, infatti, di iniziare il suo mandato con un successo diplomatico tanto clamoroso quanto al momento improbabile: la fine della guerra in Ucraina. Questa prospettiva incoraggia ucraini e russi a trovarsi in una posizione di forza per il giorno in cui inizieranno i negoziati di pace.

Missili a lungo raggio

Da parte ucraina, ci stiamo preparando ad affrontare la cessazione degli aiuti americani che i sostenitori di Trump così spesso hanno contestato e ostacolato al Congresso negli ultimi mesi. Joe Biden, ancora presidente da due mesi, cerca di togliere il terreno sotto i piedi al suo successore: diversi mesi dopo aver autorizzato l’Ucraina a effettuare attacchi di artiglieria in Russia per proteggere Kharkiv, ha finalmente dato il via libera, domenica, affinché Volodymyr Le truppe di Zelenskyj possono utilizzare i missili americani ATACMS, con una gittata di 300 chilometri, per colpire obiettivi sul territorio russo.

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L’Ucraina ha subito sfruttato questa possibilità: martedì mattina, secondo l’esercito russo, ha preso di mira installazioni militari nella regione di Bryansk, non lontano dal confine ucraino. Cinque proiettili furono distrutti.

La prima linea.

Resta il fatto che l’uso tardivo di questi missili, che costituiscono un’opzione tattica, non dovrebbe necessariamente cambiare la situazione, perché l’esercito russo ha imparato a proteggere i suoi siti ed è all’offensiva a Kursk con il sostegno di circa 10.000 soldati nordcoreani … Il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov ha tuttavia giudicato, a margine del G20 di Rio, che ciò ha inviato “un segnale” secondo cui l’Ucraina e l’Occidente “vogliono arrampicata.”

Minaccia nucleare russa

E ha invitato gli occidentali a “leggere integralmente” la nuova dottrina nucleare russa, ufficializzata martedì da Vladimir Putin, che ha brandito la minaccia nucleare ben 110 volte dall’inizio della guerra. La nuova dottrina russa in questo ambito amplia la possibilità di ricorrere alle armi atomiche in caso di attacco “massiccio” da parte di un Paese non nucleare ma sostenuto da una potenza nucleare. Un chiaro riferimento all’Ucraina e agli Stati Uniti.

La prima linea.
AFP

Mosca, che sta intensificando gli attacchi in particolare contro la capitale ucraina Kiev e le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, ha promesso una risposta “appropriata” dopo l’attacco sul suo territorio. Washington, Londra e Unione Europea hanno poi denunciato la “retorica irresponsabile” della Russia di Vladimir Putin. Emmanuel Macron ha denunciato un atteggiamento di “escalation” della Russia, che ha invitato “alla ragione”: “Ha delle responsabilità come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.

Da parte sua, Volodymyr Zelenskyj ha messo in guardia martedì dal rischio di una sconfitta contro Mosca in caso di fine degli aiuti americani, giudicando in gioco la “sopravvivenza” dell’Ucraina: “Se tagliano (gli aiuti), penso che perderemo “, ha detto il leader ucraino in un’intervista a Fox News, il canale americano preferito dai conservatori. “Certo, in ogni caso resteremo, lotteremo. Abbiamo la nostra produzione, ma non basta per vincere e penso che non sia sufficiente per sopravvivere”, ha aggiunto il presidente che si è subito congratulato con Donald Trump elezioni, e ha cercato di convincerlo a sottoscrivere la sua idea di “pace con la forza”, vale a dire chi non avrebbe lasciato vincere la Russia.

Mine antiuomo

Se l’entourage di Donald Trump diverge sulle opzioni da privilegiare per risolvere il conflitto, egli denuncia una “escalation” o addirittura il rischio di una “terza guerra mondiale” dopo la decisione di Joe Biden di autorizzare l’Ucraina all’uso dei missili ATACMS. Critiche che non sembrano aver turbato Joe Biden che ha deciso di dotare l’Ucraina di “mine antiuomo non persistenti” (dotate di un dispositivo di autodistruzione o autodisattivazione) per rafforzare le sue difese contro l’invasione russa, suscitando costernazione tra alcune ONG lotta contro questo tipo di armi, le cui vittime sono in aumento in tutto il mondo.

Oggi mi sono rivolto ai partecipanti alla sessione straordinaria del Parlamento europeo in occasione del millesimo giorno dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia.

Ogni “oggi” è il momento migliore per spingere di più la Russia. È chiaro che senza alcuni fattori chiave, la Russia non avrà… pic.twitter.com/etKlasOmtg

— Volodymyr Zelenskyy / Volodymyr Zelensky (@ZelenskyyUa)

Con questa decisione americana vediamo che la corsa contro il tempo nella guerra in Ucraina continua, addirittura si intensifica e dovrebbe senza dubbio continuare fino al 20 gennaio e all’arrivo di Donald Trump.

Dopo si aprirà un nuovo capitolo, ogni partito lo sa. Di fronte al parlamento ucraino, Volodymyr Zelenskyj ha stimato che il risultato sarebbe arrivato nel 2025 e ha riconosciuto che l’Ucraina potrebbe dover aspettare fino a dopo Putin per “ripristinare” la propria integrità territoriale. È la prima volta che ammette che il suo Paese dovrà “forse” accettare, per un certo periodo, la perdita delle zone occupate dalla Russia, che rappresentano il 20% del territorio ucraino.

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