Da questa mattina il Tribunale dei minorenni processa quattro minorenni tra i 15 ei 16 anni, processati per violenze mortali. Per diversi giorni, alla fine di settembre 2023, hanno lanciato proiettili sulla strada a doppia carreggiata del Porto, finendo per provocare la morte di una madre.
Orrore sulla strada. Il 30 settembre 2023, un “gioco” tanto stupido quanto pericoloso ha causato la morte di una madre di 25 anni, passeggera di una BMW colpita da un sasso lanciato dall’alto di un ponte che attraversava la superstrada del Porto.
Colpita al volto, davanti al marito che era alla guida, Kenya morì dieci giorni dopo per le ferite riportate all'ospedale universitario Saint-Pierre. L'emozione è stata immensa, dopo la tragica morte di questa mamma di un bambino che all'epoca dei fatti aveva appena due anni e mezzo. A un anno dalla tragedia, oggi quattro minorenni dovranno rispondere in tribunale.
Il tribunale dei minori, pronunciandosi in materia penale, ha giudicato questo mercoledì, 20 novembre, quattro giovani di Porto di età compresa tra 14 e 15 anni all'epoca dei fatti, descritti come violenza di gruppo che ha portato alla morte.
L'udienza si svolge a porte chiuse, alla presenza degli imputati, dei loro difensori e di una decina di parti civili. Infatti, oltre alla coppia che era a bordo della BMW, diversi altri veicoli erano stati bersaglio di proiettili sulla strada quella sera, così come nei giorni precedenti.
È quanto ha permesso di scoprire l'indagine aperta dagli agenti della Polizia portuale e da quelli della brigata criminale STPJ nei giorni successivi ai fatti, quando diversi corrimano e denunce di automobilisti in transito nella città di Porto e sulla RN1 hanno segnalato sassi e altri oggetti lanciati verso i loro veicoli.
Il 30 settembre, intorno alle 20,30, testimoni hanno visto diversi giovani viaggiare sul ponte di svincolo del Sacré-Coeur, spingendo un carrello della spesa di un supermercato pieno di sassi e oggetti vari che alcuni gettavano sulla strada. Il carro stesso è stato ribaltato oltre il guardrail.
Nei giorni successivi cinque sospettati furono arrestati e presi in custodia. Quattro sono stati infine presentati al giudice istruttore e incriminati per violenze con esito mortale. Due di loro sono stati posti in custodia cautelare.
“Lanciavano i sassi senza pensare alle conseguenze, senza pensare a quello che stava succedendo laggiù”.
Io Georges-André Hoarau, avvocato difensore
Gli avvocati della difesa sottolineano l'immaturità e l'incoerenza degli imputati all'epoca dei fatti. “Il mio cliente non capiva cosa fosse successo. Era difficile farglielo capire. Lanciavano i sassi senza pensare alle conseguenze, senza pensare a quello che stava succedendo laggiù”spiega il presidente Georges-André Hoarau.
Con la scusa di essere una minoranza, rischiano la metà della pena di 20 anni di reclusione prevista dal codice penale per questi atti di violenza in un incontro che porta alla morte.
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