Di fronte all’esplosione dei piani sociali e ai fallimenti, il governo è sotto pressione. Mentre i francesi temono una crisi occupazionale, l’esecutivo esita a mettere in discussione la propria politica economica.
Il Primo Ministro ha annunciato la creazione di una task force destinata a contenere l’ crisi occupazionale e per soddisfare le aspettative dei sindacati e delle imprese. Ha deciso di mobilitare tutte le forze vitali della nazione per proporre soluzioni durature.
I settori industriali, come quello automobilistico e chimico, sono duramente colpiti dai piani sociali, portando a un significativo deterioramento della situazione occupazionale.lavoro.
Rabbia agricola e sfide di bilancio
Michel Barnier si trova attualmente ad affrontare una serie di gravi crisi. Da lunedì il mondo agricolo esprime la sua rabbia attraverso un movimento nazionale avviato dalla FNSEA e dai Giovani Agricoltori. Allo stesso tempo, cresce il malcontento nel servizio pubblico e in altri settori, mentre spetta a lui costruire un bilancio 2025 che dovrà consentire di risparmiare 60 miliardi di euro. Questo compito si preannuncia arduo, con un deficit pubblico che raggiunge il 6,1% del Pil e un debito nazionale che supera i 3.230 miliardi di euro.
Questa situazione alimenta la preoccupazione dei sindacati, in particolare sulla questionelavoro. Secondo Sophie Binet, segretaria generale della CGT, i piani per licenziamento esplodere: “ A maggio avevamo individuato 130 progetti in corso; oggi ci avviciniamo ai 200 “, ha detto. Lei attribuisce questa crisi economica al fallimento della politica governativa dal lato dell’offerta, considerata costosa e inefficace. Da parte sua, Thierry Millon, di Altares, avverte di un possibile aumento dei fallimenti aziendali fino a 67.000 quest’anno, mettendo a rischio circa 300.000 posti di lavoro con i loro effetti a catena.
L’incertezza delle ETI e delle PMI
Anche le imprese, in particolare le medie imprese e le PMI, si trovano ad affrontare questa incertezza. Il recente scioglimento e la vaghezza del quadro fiscale per il 2025 aggravano le loro preoccupazioni, mentre il contesto economico internazionale rimane teso. Il Barometro Palatino-METI sottolinea che il previsto aumento dei contributi obbligatori potrebbe limitare la loro capacità di investire, di creare posti di lavoro o innovare, compromettendo così la competitività nazionale. Per le PMI diminuiscono anche le intenzioni di investimento, diminuendo di 11 punti in un anno.
Sul fronte fiscale, il presidente del Medef, Patrick Martin, ha rilanciato il dibattito sull’Iva sociale, stimando che un aumento di un punto potrebbe fruttare 10 miliardi di euro. Ma per il momento il governo non prevede misure di questo tipo. Si cerca un equilibrio tra il sostegno ai dipendenti, la riduzione dei deficit e il mantenimento della competitività delle imprese, una sfida cruciale per evitare un aumento della disoccupazione, una preoccupazione condivisa dalla grande maggioranza dei francesi.
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