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“Pensavamo tutti che lo avrebbe colpito. Una rissa sì, ma non quella», dice uno degli scolari che aveva additato come assassino l’insegnante

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Durante una cerimonia tributo a Samuel Paty il 16 ottobre 2021 a Eragny-sur-Oise. ALAIN JOCARD/AFP

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Narrativa Sono stati sentiti come testimoni due dei ragazzi già condannati per aver designato come terrorista il loro insegnante in cambio di alcuni biglietti. Hanno ammesso, con apparente leggerezza ma anche con interrogativa ovvietà, che si aspettavano che il loro insegnante venisse “umiliato”.

Per andare oltre

Sconcertante. Tutto sommato, questa qualificazione sembra in definitiva la più adatta per riassumere la testimonianza in qualità di testimoni, questo lunedì mattina, 18 novembre, di due dei cinque studenti del college di Samuel Paty già condannati l’anno scorso davanti alla giustizia minorile.

Karim*, oggi 18enne, felpa Lacoste nera, capelli mossi, aspetto un po’ secco, è stato condannato lo scorso dicembre, davanti al tribunale dei minori, a 24 mesi di carcere di cui 18 mesi di libertà vigilata. È stato uno dei primi studenti, il giorno del delitto, a cui il terrorista Abdoullakh Anzorov si è avvicinato affinché gli indicassero Samuel Paty. Per una manciata di banconote da 10 euro, Karim lo ha fatto.

“Mi rincresce. Non ti mentirò: ho commesso un errore quando avrei potuto fermarlo. Ho molti rimpianti. E chiedo ancora scusa alla famiglia”dice subito il giovane, che qui viene citato non per essere giudicato una seconda volta ma come testimone, “per informazioni”. Dobbiamo ascoltare la sua testimonianza, con la sua immaturità e frenesia irrigata dalle voci provenienti dal collegio, in assoluto contrasto con il racconto lineare, pacato e attento che ha raccontato la preside dell’istituto la settimana scorsa.

Filmandolo mentre si scusava

Con lui siamo nella zona centrale del collegio, ben al di sopra delle rive della Senna e dell’Oise di Conflans-Sainte-Honorine, e ai margini dei centri abitati, ovunque intorno. Sono le 15 di questo venerdì festivo di Ognissanti e Karim sta aspettando la fine delle lezioni per vedere i suoi amici.

Non lo dice “il terrorista” Di più “il gentiluomo” chi era “tutto in nero”, “situato non lontano dal college” e chi “ha offerto soldi in cambio di mostrargli il professore”.

«Cosa dice del signor Paty? »insiste il presidente delle Assise.
− Che non era giusto quello che ha fattoriassume il giovane.
− Ma cosa vuole farle?
− Filmalo e fagli perdonare se stesso per quello che ha fatto.
− Che si scusa?
− Onestamente, pensavamo tutti che lo avrebbe colpito. Non so come dirtelo. Noi, in 4equando litigavamo, ci filmavamo. Ci siamo detti: “Sarà così”.
− Pensavi che sarebbe andato tutto bene finché non lo avessimo scoperto?
− Una rissa sì, ma non quella. »

350 euro in piccoli tagli

Karim giura: “Onestamente non ci ho pensato. Ho visto i soldi»cioè i 350 euro in banconote da 10, distribuiti in due rate. Il terrorista era venuto per vendicare il profeta e non lo nascondeva.

“Sì, a un certo punto parlava da solo. Non l’ho calcolato. Ero concentrato sui soldi. Ma ha parlato come ho detto [dans ma déposition] : “È un cane che ha sporcato la nostra religione”; “Wallah, non si può fare, quello che ha fatto il signor Paty, non si può fare.” »

I dibattiti, nonostante alcune domande, non permettono di individuare il «motivazioni» studenti e la realtà della loro sensazione che fosse necessario “punire” Samuele Patty.

Negli scambi con l’assassino, però, la questione della blasfemia appare centrale. Lo scolaro – che, come ricorda per un momento in un commosso pianto, “Aveva 14 anni, ne aveva 4e ! » – non rimette in discussione la motivazione dell’art ” Signore “ il famoso giorno degli eventi. Lui però sa di cosa si tratta. La polemica lanciata da Brahim Chnina – padre di Z., che era suo amico –, accusato di associazione per delinquere terroristica, era arrivata anche nel mondo degli adolescenti: “Diceva che il professore aveva mostrato una caricatura del profeta nudo. Il video è stato trasformato in una storia. L’ho condiviso anche su Snap [réseau social Snapchat, NDLR]. Anche su Facebook lo avevano condiviso in molti. »

Un’ora e venti minuti con Anzorov di vedetta

Tutto combacia con prove decisamente sconcertanti: «Aveva visto il video, questo è certo. Altrimenti non lo avrebbe mai saputo, per questa storia”commenta Karim riguardo alla presenza di ” Signore “ davanti al collegio. “Sei rimasto con questo individuo per un’ora e venti minuti. Saresti rimasto così a lungo se non avesse dato i soldi?chiede un avvocato difensore. Cosa avresti fatto se ti avesse detto semplicemente: “Sto cercando il signor Paty”? » Karim, spontaneo, utilitaristico, scanzonato, risponde: “Beh, gli avrei detto “Vai a scuola!”

Con il secondo scolaro citato come testimone, le domande restano altrettanto pesanti. Sami*, 18 anni, sembra smascherare una banalità:

“Sì, voleva costringerlo a chiedere scusa e umiliarlo. Pensava che l’insegnante avesse insultato il profeta. Voleva filmarlo quando si scusa. »

Sapeva che la polemica era basata su una voce inesatta? Sapeva che circolava un video? aggiunge uno dei procuratori generali. “Oh sì, disse il giovane. Quello del padre di Z.! » Lo aveva visto, lo aveva condiviso e ci aveva creduto: “Dato che c’era un video, ha reso le cose reali. »

◗ * I nomi sono stati cambiati

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