Londra (awp/afp) – Il dollaro continua la sua corsa martedì, spinto dalle prospettive delle politiche inflazionistiche di Donald Trump, mentre altri beni rifugio come l’oro e lo yen beneficiano dei timori del mercato a livello geopolitico.
Intorno alle 11:10, la valuta americana si è apprezzata dello 0,44% contro l’euro, a 1,0552 dollari, e dello 0,34% contro la sterlina, a 1,2634 dollari.
Dopo un leggero calo del giorno prima, il biglietto verde riprende slancio martedì, mentre diminuiscono le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) nella prossima riunione del 17 e 18 dicembre, sottolinea Patrick Munnelly di Tickmill.
“I mercati considerano inflazionistiche le spese di bilancio pianificate” dal presidente eletto Donald Trump, vale a dire “l’aumento dei dazi doganali e l’inasprimento dell’immigrazione”, osserva l’analista.
Queste politiche “potrebbero quindi ostacolare i tagli dei tassi della Fed in un momento in cui una serie di dati economici solidi stanno già restringendo lo spazio di manovra” della banca centrale americana.
Nella zona euro, l’inflazione è stata segnalata martedì al 2% su base annua nel mese di ottobre, in linea con le aspettative, che non hanno ostacolato la caduta dell’euro.
Sul piano geopolitico, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato martedì, nel millesimo giorno della sua offensiva contro l’Ucraina, il decreto che amplia le possibilità di utilizzo delle armi nucleari.
Questa firma arriva subito dopo che gli Stati Uniti hanno autorizzato Kiev a colpire il suolo russo con i suoi missili a lungo raggio.
Come lo yen, anche l’oro “cavalca l’onda dell’ansia geopolitica”, soprattutto mentre incombe “lo spettro di una guerra commerciale” che potrebbe essere provocata dall’introduzione di nuovi dazi doganali nei confronti degli Stati Uniti, sottolinea l’analista Stephen Innes allo SPI AM.
Martedì, l’oro ha guadagnato lo 0,86% a 2.634,40 dollari l’oncia.
afp/jh
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