È in parte grazie a Basic, il linguaggio informatico da lui co-creato, che i computer hanno smesso di essere macchine misteriose, addirittura ripugnanti. Una figura importante nella democratizzazione dell’informatica, Thomas E. Kurtz è morto martedì 12 novembre in Libano, negli Stati Uniti. Aveva 96 anni.
Nato nel 1928 nello stato dell’Illinois, vi conseguì la prima laurea nel 1950, per poi conseguire un master e un dottorato in matematica presso la prestigiosa Università di Princeton. Fu all’Università della California, nel 1951, che entrò in contatto per la prima volta con un computer: una macchina che, all’epoca, aveva le dimensioni di un armadio normanno e costava più di una casa. Nel 1956 fu reclutato nel corpo docente della venerabile Università di Dartmouth (New Hampshire), situata a 200 chilometri da Boston, dal matematico John Kemeny, all’epoca assistente di Albert Einstein. Kurtz e Kemeny condividono la stessa idea radicale: ogni studente dovrebbe essere in grado di usare un computer, indipendentemente dal suo livello scientifico, indipendentemente dalla sua disciplina. Un’idea” completamente pazzo » giudicava Thomas E. Kurtz in un’intervista del 2014 presso la sua università. Una convinzione che cercarono di mettere in pratica all’inizio degli anni Sessanta.
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Kurtz e Kemeny immaginano un luogo in cui gli studenti potranno accedere a una macchina senza doverla prenotare, come spesso accadeva, con diversi giorni di anticipo. In un opuscolo di presentazione risalente al 1966, John Kemeny paragona questo luogo alle biblioteche dove “qualsiasi studente può entrare e sfogliare i libri [sans] nessun permesso ». In questo centro informatico nessuno glielo chiederà “se stanno lavorando su un serio problema di ricerca o facendo i compiti come un dilettante, giocando a calcio, scrivendo una lettera alla loro ragazza”, scrive John Kemeny, morto nel 1992.
Per realizzare la loro visione, Kurtz e Kemeny stanno lavorando a un progetto in due parti. La prima consiste nel collegare decine di postazioni informatiche ad un unico computer centrale, in modo da condividere il tempo di calcolo. La seconda: costruire un nuovo linguaggio informatico ultra-semplificato che consenta di scrivere un piccolo programma dopo solo poche ore di formazione. Aiutati dai loro studenti, i due accademici immaginarono la lingua Darsimco, poi Dope, che fu presto abbandonata. Il terzo tentativo sarà quello buono: nasce il Basic, for « Codice di istruzioni simboliche multiuso per principianti »O “Codice di istruzioni simboliche multiuso per principianti”.
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