DECRITTO – Scopri cosa è piaciuto… e cosa meno il nostro inviato speciale a Milano, domenica, per Italia-Francia.
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Una vittoria di squadra… e una partita fondamentale?
Andavamo a vedere quello che avremmo visto in Lombardia. La caduta e il declino della squadra francese. Oppure l’avvio di un gruppo privato del capitano (Mbappé) e del vice-capitano (Tchouaméni). Dopo 90 minuti di grande rissa e di vera partita di calcio, i Blues hanno dato una risposta feroce. Solidi, autoritari, uniti e guidati dalla voglia di abbattere una selezione italiana imbattuta dall’inizio dell’anno scolastico a settembre, i partner di Ibrahima Konaté hanno firmato una partita fondativa (vittoria per 3-1). Questo non dice nulla su quello che accadrà in futuro, ma le basi ci sono, immutabili, segnate da Deschamps, ovvero un blocco di squadra, uno stato d’animo da guerriero e una conclusione chirurgica. Dobbiamo tornare all’animazione offensiva, un grande progetto per il 2025.
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San Siro, tempio di un’atmosfera pazzesca
Per tutti gli appassionati di calcio, almeno una volta nella vita bisogna venire a San Siro. Emozioni garantite. Che si tratti di vedere questa maestosa nave non appena arrivi allo stadio o di assistere ad una partita italiana, o ad uno dei due club del Milan, ne vale la pena. Domenica sera, questo imponente tempio ha svolto perfettamente il suo ruolo nella lotta tra italiani e francesi. È stato teatro di un’atmosfera folle e gioiosa, con l’inno italiano ripreso in trance da 68.000 spettatori, e l’incoraggiamento sentito per buona parte della partita nonostante uno scenario sfavorevole per i locali. In certi momenti sentivamo anche le tribune muoversi in risposta ai salti del pubblico. Non necessariamente rassicurante, ma sicuramente unico.
Degno del mago
È tornato in Francia in pieno autunno senza aver partecipato agli Europei, davanti a Ferland Mendy, ma Lucas Digne non si arrende mai. Con due assist per Rabiot e soprattutto una sontuosa punizione (attribuita al portiere Vicario contro il suo campo), la squadra non poteva festeggiare meglio la sua 50esima scelta. Ma torniamo al suo gesto favoloso. A 25 metri è in equilibrio con Nkunku per tentare la fortuna. Koundé viene a trovare i due uomini. Degno non smonta. Soffia. Guadagna slancio. E trova l’angolo alto con una punizione dalla sinistra che Lionel Messi non avrebbe negato. Grande arte.
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COLPI DI ARTIGLI
Animazione offensiva, il grande progetto
Tre gol su calci piazzati, ma nessuna occasione chiara. Gli azzurri sono stati chirurgici domenica sera in Lombardia. Per disgustare l’Italia con quella che è stata per tanti anni la sua forza. Il che è gustoso, bisogna ammetterlo. Se la squadra francese organizza una grande partita collettiva, come accennato in precedenza, non può che progredire in termini di animazione offensiva. Il trio Nkunku-Thuram-Kolo Muani non ha avuto abbastanza peso negli ultimi 25 metri italiani, anche se non è stato indegno nel suo ruolo di molestia e nella sua disponibilità. Alla fine Vicario, a parte i tre gol, non è mai stato utilizzato. È troppo poco. Didier Deschamps sa su cosa deve lavorare, con il probabile ritorno di Mbappé l’anno prossimo.
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Barcola, l’ingresso catastrofico
Entrato in campo a 15 minuti dalla fine, per sfruttare gli spazi lasciati dalla difesa italiana, il parigino ha fatto tutto quello che non si dovrebbe fare. Controlli falliti, gare mal negoziate e una sgradita mancanza di entusiasmo… Un vero incubo, soprattutto in questa sequenza dove ha la possibilità di fare la differenza tre volte a metà campo in un minuto, senza mai scegliere l’opzione buona. Non è mai facile presentarsi in questo tipo di incontri durante una partita, con estrema tensione, ma aveva margini per fare molto meglio.
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