L’Associazione degli avvocati franco-tunisini è stata incoronata lunedì 18 novembre Abnousse Shalmani del Premio Gisèle Halimi 2024, per il suo romanzo Ho peccato, ho peccato di piacerepubblicato dalle edizioni Grasset. La vincitrice riceverà il suo riconoscimento, del valore di 3.000 euro, nel corso di una cerimonia di premiazione prevista in serata all’Hôtel de Lassay di Parigi.
Con Ho peccato, ho peccato di piaceregià incoronata con il premio Simone Veil 2024, Abnousse Shalmani propone un terzo titolo, sempre strettamente legato alla sua città d’origine, Teheran. Immerso negli anni ’50, il lettore scopre Forough Farrokhzad, una musa ispiratrice dei circoli letterari iraniani appena ventenne. Dopo la lettura delle sue poesie, la giovane incontra Ciro. Studioso francofilo, ha tradotto le poesie di Pierre Louysracconta la vita del poeta e quella del suo grande amore, Marie de Régnier. Forough intravede così la vita che avrebbe potuto sognare se non fosse stata sposata con un artista senza fantasia, limitato dalla sua famiglia e dai costumi del suo paese.
Un lavoro segnato dalle sue origini
Nato nel 1977 a Teheran, in Iran, Abnousse Shalmani è fuggito, con la sua famiglia, dalla presa del potere da parte degli Ayatollah. Khomeini e si stabilisce in Francia nel 1985. Dopo aver studiato storia e letteratura moderna, l’autore diventa editorialista per L’Espresso, i24News e così via LCI. Nel 2014 ha pubblicato Khomeini, Sade et me (Grasset), in cui ricorda la sua giovanissima infanzia sotto la tutela delle “donne corvo”, guardiane della moralità, durante la rivoluzione iraniana. Esiliata a Parigi, trovò quelli che lei chiamava “i barbuti”, dai quali si emancipò scoprendo Sade. Seguirà Anche gli esuli muoiono d’amore (2018), Elogio della metica (2019) o più recentemente Laicità, scrivo il tuo nome (2024), tutti pubblicati da Grasset.
Creato nel 2023, il Premio Gisèle Halimi rende omaggio a una delle figure emblematiche della lotta per la causa delle donne. Premia l’autore di un’opera di narrativa pubblicata in francese e pubblicata tra il 1È Gennaio e 1È ottobre dell’anno in corso. L’opera deve evocare la forza, il coraggio e la lotta delle donne per la loro libertà, ma anche per l’uguaglianza tra uomini e donne.
Presieduto da Samia Maktouf,, La giuria era composta anche daArianna Ascaride, Razika Adnani, Domenico Attias, Elie Chouraqui, Christian Charrière-Bournazel, Annick Cojean, Julie Couturier, Nadia Hai, Margot Gallimard, Jeanne Grange, Aurélie Julia, Bariza Khiari, Jean-Yves Le Borgne, Nadia Marouani, Estelle Mayer, Christophe Rioux et Cecile TliliVincitore del premio 2023 per Una cena semplice (Calmann-Lévy).
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