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Islamismo a scuola: quando l’oscurantismo prende il sopravvento sul dibattito e sull’analisi

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EDITO

Islamismo a scuola: quando l’oscurantismo prende il sopravvento sul dibattito e sull’analisi

Pubblicato il Lunedì 18 novembre 2024 alle 02:08 | Tempo di lettura stimato: 3 min.

Giornalista – Caporedattore.

È stato annullato l’incontro previsto per sabato 16 novembre 2024 tra i giornalisti Jean-Pierre Martin e Laurence D’Hondt, autori del libro “Allah non c’entra nella mia classe” con i lettori della Fnac di Woluwe-Saint-Lambert. Si tratta di minacce e intimidazioni da parte di “gruppi di giovani” nei confronti del personale e del management del marchio chiedendo l’annullamento dell’incontro per la firma e il ritiro del libro.

Possiamo comprendere la decisione della Fnac di voler proteggere i propri dipendenti di fronte alla minaccia, ma suona come una capitolazione di fronte a giovani nutriti da un discorso di islamismo radicale e che confermano, attraverso la loro minaccia, quanto rilevato nel libro. L’opera, infatti, è il risultato del lavoro investigativo dei due giornalisti che mette in luce la crescente influenza dell’islamismo radicale nelle scuole belghe, soprattutto a Bruxelles, e il rifiuto degli attivisti dell’Islam rigorista di accettare qualsiasi critica alla loro religione. Così facendo, rifiutano i diritti della società occidentale, compresa la libertà di espressione e persino il diritto alla blasfemia. Ci deve essere una condanna unanime da parte di tutti i leader politici.

Questa azione dei giovani che chiedono l’annullamento della conferenza della firma alla Fnac di Woluwe-Saint-Lambert con il pretesto che è vietato “menzionare il nome di Allah” non è altro che una censura e un tentativo di mettere la museruola a scrittori o giornalisti.

Nel loro libro, gli autori hanno raccolto le testimonianze di insegnanti, alcuni dei quali di cultura musulmana, che confidano la loro paura e il loro sgomento di fronte all’ascesa dell’islamismo radicale nelle loro classi. Hanno confidato le difficoltà, anche l’impossibilità di insegnare materie e valori relativi alla parità di diritti tra uomini e donne, al rispetto della libertà individuale, alla libertà di coscienza e di culto. Anche parlare di laicità è diventato per loro impossibile. La cultura dell’oscurantismo si sta impossessando delle nostre scuole a scapito di quella del dibattito, dell’analisi e della critica. Gli insegnanti meritano un sostegno forte, fermo e incrollabile.

Questa azione dei giovani che chiedono l’annullamento della conferenza della firma alla Fnac di Woluwe-Saint-Lambert con il pretesto che è vietato “menzionare il nome di Allah” non è altro che una censura e un tentativo di mettere la museruola a scrittori o giornalisti. Si tratta di comportamenti inaccettabili e intollerabili che vanno denunciati e combattuti con la massima fermezza. Non possiamo accettare che gli apprendisti islamici radicali importino nelle nostre società occidentali pratiche in vigore altrove e che sono in totale opposizione ai diritti e alle libertà acquisite a caro prezzo nei nostri paesi occidentali.

Certo, la Fnac intendeva tutelare il proprio personale annullando la sessione delle firme, ma non avrebbe dovuto rinunciare ad organizzare l’incontro.

Certo, la Fnac intendeva tutelare il proprio personale annullando la sessione delle firme, ma non avrebbe dovuto rinunciare ad organizzare l’incontro. La direzione avrebbe dovuto semplicemente allertare le autorità e richiedere le misure di protezione necessarie per garantire il regolare svolgimento dell’evento. Queste misure richiedono anche un’azione ferma contro le persone che potrebbero aver tentato di interrompere l’incontro consegnandole alla giustizia.

Questa decisione della Fnac di Woluwe-Saint-Lambert ricorda quella delle autorità di Bruxelles che hanno rinunciato a ospitare la partita di calcio tra i Red Devils e la nazionale israeliana allo stadio King Baudouin. Avevano addotto motivi di sicurezza per rifiutare la partita del 6 settembre 2024, costringendo le autorità calcistiche a trasferire l’incontro in Ungheria. Così facendo, hanno ceduto ai diktat degli estremisti di ogni genere che dimostrano intolleranza e radicalismo.

Queste decisioni di cancellazione sono piccole rinunce che rafforzano i sostenitori dell’islamismo radicale e degli estremisti, mentre noi dobbiamo offrire loro una resistenza gentile e ferma. Chi li assume contribuisce (inconsciamente?) a svendere i diritti e le libertà vigenti nelle società occidentali. È giunto il momento di respingere l’intolleranza, l’estremismo di qualsiasi tipo e l’islamismo radicale.

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