Per comprendere le problematiche del patto di famiglia occorre innanzitutto ritornare alle nozioni di riserva ereditaria e di porzione disponibile. La prima riguarda gli eredi riservati.
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di figli che, secondo la legge francese, non possono essere diseredati, ma al contrario devono ricevere una quota minima del patrimonio dei genitori.
Tale riserva varia a seconda del numero di bambini. In presenza di un figlio corrisponde alla metà del patrimonio, due terzi per due figli e tre quarti se i figli sono tre o più.
Una volta sottratta la riserva ereditaria al patrimonio, la parte restante, ovvero la quota disponibile, potrà essere utilizzata da ciascun genitore come meglio crede.
Una porzione troppo grande?
Sorge però un problema: nella preparazione della vostra eredità, come valutare la quota disponibile in modo tale che non invada la riserva ereditaria?
Poiché infatti, se il valore di un bene donato o lasciato in eredità a una persona supera tale quota, gli eredi riservati hanno tutto il diritto di chiedere un risarcimento affinché venga ricostituita la loro riserva.
Questa operazione ha un nome un po’ barbaro: azione per ridurre le donazioni eccessive. Dal 1È Gennaio 2007, è possibile eliminare questo problema grazie al patto di famiglia.
Un atto molto coinvolgente
Il patto di famiglia (detto anche patto successorio) è un atto notarile che autorizza gli eredi a rinunciare alla loro azione di riduzione.
Attraverso questa rinuncia, il donatore può disporre più liberamente dei suoi beni a favore delle persone di sua scelta, senza temere che la sua decisione venga messa in discussione al momento dell’eredità.
Il patto può riguardare tutto o parte del patrimonio senza riconsiderare lo status degli eredi.
Deve essere contratto davanti a due notai, perché è molto vincolante e può essere revocato solo in alcuni casi, ad esempio se uno degli eredi si trova in uno stato di necessità che non esisteva al momento della firma del patto.
Interessi specifici
Il patto familiare va dunque trattato con cautela, ma interessa in alcuni casi ben specifici.
Immaginiamo il caso della cessione di un’azienda per la quale nessuno degli eredi ha intenzione di subentrare.
Ecco che l’atto di rinuncia può favorire il suo futuro purché tutti gli eredi siano d’accordo sull’identità dell’acquirente.
Può anche consentire di favorire una persona in situazione precaria, di favorire un fratellastro o una sorellastra all’interno di una famiglia mista o addirittura, nel caso di un erede, i propri figli.
Perché il patto, se si chiama “famiglia”, riguarda specificatamente ciascun erede.
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