Insegnanti ed educatori interessati alla questione hanno seguito la formazione fornita dal Centro di riferimento e intervento sulle molestie (CRIH). “Ci hanno dato consigli per aiutarci a individuare casi di molestie.”insiste Mme Huet, educatrice, mma anche aiutarci ad agire correttamente, separando i fatti dalla finzione e mettendo in atto un sostegno adeguato per gli studenti; vittime, ma anche attori e testimoni. Questo metodo, chiamato “Metodo della preoccupazione condivisa”, si è dimostrato valido e promette di risolvere i problemi di molestie 8 volte su dieci, in tre settimane”.
L’équipe educativa responsabile del progetto – le signore Rossilol, Brunelle, Wandels, Wilfart, Moulin, Huet e i signori Lison, Rosier e Millecamps – ha messo rapidamente in pratica tutti i buoni consigli ricevuti durante la formazione, da settembre, una cellula “Benevolenza” si crea all’interno della scuola. “È un progetto interno alla scuola, che offre agli studenti, agli insegnanti, ma anche alle famiglie degli studenti la possibilità di esprimersi in caso di scherno o molestie.“, aggiunge la signora Rossilol. “Sui muri della scuola vengono affissi dei manifesti, con le nostre foto, in modo che gli studenti sappiano che noi siamo il loro punto di contatto se vogliono denunciare una situazione di cui sono vittime o testimoni. Se si preferisce testimoniare in forma anonima, un codice QR presente sul poster permette allo studente di esprimersi da casa, in completa privacy, tramite un questionario online.”
Quando viene segnalata una situazione, un insegnante della cella incontra lo studente; gli offre uno spazio per parlare, affinché possa esprimere ciò che sperimenta. “Poi incontriamo le persone i cui nomi sono emersi dall’intervista con la vittima“, continua la signora Moulin, educatrice di 1a elementare. “Facciamo rispondere a due domande: siamo preoccupati per questa persona, avete notato qualcosa? Cosa puoi fare per aiutarlo a stare meglio? Non adottiamo comportamenti giudicanti o accusatori. Vogliamo essere il più neutrali possibile. L’obiettivo è che lo studente si renda conto che il suo comportamento può essere fastidioso e cambi il suo atteggiamento. Dobbiamo agire rapidamente per evitare che la situazione peggiori e si trasformi in molestie.“Se il metodo non funziona, o se lo studente non rispetta i suoi impegni, allora l’unità lo indirizza alla direzione che naturalmente prende le sanzioni.
Da quando è nata l’unità, gli insegnanti hanno ricevuto diverse segnalazioni di casi di scherno: tutti sono stati risolti velocemente, senza passare dalla casella “gestione”. “Spesso gli studenti non si rendono conto che il loro comportamento è fastidioso per la vittima: a volte basta dirlo perché smetta. Vogliamo che i nostri studenti si sentano bene, ascoltati e fiduciosi, in modo che possano godersi la scuola e seguire il loro apprendimento in completa tranquillità.“
Altri progetti?
Nel breve termine, il 28 novembre (ore 19), viene organizzato presso la scuola un convegno sul tema “Sensibilizzazione al bullismo scolastico e ai pericoli dei social network”, alla presenza dell’associazione “Les mots de Tom”, Child Focus e rappresentanti della zona di polizia di Collines. L’ingresso al convegno è gratuito e aperto a tutti: adolescenti, genitori, operatori sanitari, ecc.
Nel prossimo gennaio l’unità “Benevolenza” intende organizzare dei circoli di conversazione, durante i quali gli studenti, su base volontaria, potranno esprimersi su vari temi da loro scelti.
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