Ieri, venerdì, gli agenti di polizia addetti alla Caserma Centrale di Port-Louis hanno ritrovato un volto familiare: quello di Rampersad Sooroojbally, meglio conosciuto con il nome “Ravino”recentemente nominato Commissario di Polizia (CP). Per molti, questa assunzione della carica segna il ritorno di un uomo rispettato e temuto alla guida dell’istituzione. Personifica il ritorno all'ordine, alla disciplina e al rigore. Valori che lo hanno sempre guidato e che oggi sembrano più che mai necessari all'interno delle forze di polizia.
Ieri mattina, il nuovo PC si è recato nei locali emblematici della polizia mauriziana, incontrandovi diversi alti ufficiali. Questo vecchio Vice Commissario di Poliziaritirato dal servizio nel 2014, ha 42 anni di servizio nelle forze di polizia.
Rampersad Sooroojbally non era solo un agente di polizia. Incarnava l'essenza stessa della disciplina. All'interno della Caserma Centrale aveva indossato molte giacche: direttore della brigata antidroga, responsabile della Unità di sicurezza per persone molto importanti (VIPSU) e successivi Unità antiterrorismo.
Del nuovo PC si è spesso parlato per le sue strategie innovative nella lotta al narcotraffico. Era anche membro del Gruppo d'intervento della polizia di Mauritius (GIPM) e ha svolto un ruolo pionieristico nella creazione della VIPSU negli anni '80. All'epoca, il suo nome risuonava anche tra i più alti circoli del potere quando fu nominato responsabile sicurezza per la visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1989.
Nel 2015, in seguito alle elezioni generali del 2014, il nome di Rampersad Sooroojbally è apparso sotto una luce meno gloriosa. Era stato arrestato, accusato di cospirazione con l'ex DCP Dev Jokhoo e l'ex primo ministro Navin Ramgoolam nell'affare Roches-Noires. Questo periodo di turbolenze legali aveva scosso la sua immagine ma i tribunali si sono finalmente pronunciati a suo favore nel settembre 2019, cancellando le accuse contro di lui.
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