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La Francia annoia il suo popolo contro Israele – Società delle Nazioni – J5 – Francia-Israele (0-0)

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> Francia-Israele 0-0 >

Così giovedì sera c’era una partita di calcio allo Stade de , dove i Blues non avevano stabilito la loro sede da diciassette mesi, un’eternità sulla loro scala. Avrebbe potuto essere una grande festa, una serata speciale da godersi, ma il contesto politico stesso di questa Francia-Israele ad alto rischio ha avuto la precedenza su tutto il resto. Infine il resto, cioè questa squadra tricolore senza la sua mascotte Antoine Griezmann, senza il suo capitano Kylian Mbappé, assente per due incontri, senza davvero nessun’anima, e in definitiva incapace di rimettere il calcio in primo piano accontentandosi di poco e nulla. . Non poteva fare di meglio di una cupa sconfitta per 0-0 contro Israele, al termine di un’epurazione senza nome, che le permetterà di raggiungere i quarti di finale di un torneo in cui tutti andranno a farsi fottere il prossimo marzo.

Disordini sugli spalti, non in campo

Sono stati ufficialmente 16.611 quelli che hanno fatto il viaggio a Saint-Denis per questa strana occasione, senza poterli etichettare come privilegiati. Non era un caso essere allo stadio questo giovedì sera, e senza dubbio non è un caso che gli occhi siano rapidamente migrati verso la tribuna Nord, dove un movimento di folla all’altezza del secondo anello – occupato in festa dai tifosi israeliani – ha mantenuto la silenzio e preoccupati i presenti. Ci sono voluti un cordone di sicurezza e alcune evacuazioni, in vista di un binocolo, per tornare ad una relativa calma. Ai più distratti non è mancato molto, visto che gli azzurri hanno annunciato in avvio il colore della partita scontrandosi con un muro basso, senza idee né creatività (24 tiri, 8 in porta, una trentina di cross). Daniel Peretz è riuscito ancora a scaldarsi i guanti su un difficile colpo di testa di Randal Kolo Muani (19e) e soprattutto porgendo la mano ferma al capitano N’Golo Kanté (21e). “Liberate gli ostaggi”lo abbiamo sentito echeggiare più volte dalla parte israeliana in un primo periodo soporifero, senza che gli arabeschi di Bradley Barcola nell’area avversaria (senza pericoli nel finale) riscaldassero l’atmosfera. Spesso è lo stesso ritornello per i Blues di Didier Deschamps contro questo tipo di squadre. Questa volta gli è mancato un tocco tecnico a centrocampo, collegamenti e genio per impensierire una difesa avversaria serrata.

“Ci stiamo incazzando”

I Tricolores si sono spostati molto a destra, puntando in particolare su Jules Koundé e Michael Olise, quest’ultimo che ha avuto il merito di essere inquieto, senza essere più preciso nei gesti che contano. Gli azzurri hanno avuto tre occasioni da gol prima dell’intervallo, ma i bavaresi e Kolo Muani sono stati bloccati, prima che Barcola fallisse completamente (43′).e). L’occasione migliore è stata addirittura israeliana, dopo un’eccentrica punizione estesa da Dor Turgeman e che ha lasciato Raz Shlomo a svitare il suo recupero in posizione ideale (36′).e). Gli ospiti erano troppo limitati per colpire velocemente e forte nelle transizioni, ma ci hanno provato e i francesi non hanno cambiato volto, né dopo la sosta, né dopo i molteplici cambi di allenatore.

Abbiamo capito che era troppo quando, in mezzo ad altri canti politici (“Hamas ti vaffanculo”per esempio), gli Irrésistibles Français, solitamente così pazienti, decisero di lanciarne uno più convenzionale “Ci stiamo incazzando”. Non hanno visto nulla di piacevole in campo, dove gli azzurri hanno continuato a girare intorno al cespuglio e alla superficie. Hanno dovuto rischiare da lontano. Eduardo Camavinga ci ha provato addirittura tre volte (54e65e67e), Olise venne contrastata nuovamente (63e), e Peretz ha fatto di tutto per concludere: il primo tempo contrastando un tiro schiacciato di Warren Zaire-Emery (75′e), un secondo meno eroico di fronte al colpo d’elmo di Marcus Thuram (90e+3) e infine un terzo al termine di questa interminabile serata davanti a Christopher Nkunku dopo un nuovo servizio di Kingsley Coman, autore di un buon ingresso (90e+6), tra gli applausi del pubblico israeliano. Il calcio è politico, questo è certo e, intanto, la squadra francese fa sempre più rima con indifferenza.


> Francia (4-3-3): Maignan – Koundé, Konaté, Upamecano, T. Hernandez – Kanté, Zaire-Emery (Thuram, 78e), Camavinga (Rabiot, 71e) – Olise (Coman, 71e), Kolo Muani, Barcola (Maiale, 71e). Selettore: Didier Deschamps.

> Israele (3-4-1-2): Peretz-Shlomo, Goldberg, Nachmias-Abada (Haziza, 80e), Abu Fani, Jaber, Jehezkel (Khalaili, 84e) – Salomone (Saba, 73e) – Gloukh (Peretz, 84e), Turgeman (David, 73e). Selettore: Ran Ben Shimon.

Francia-Israele è ufficialmente il record di presenze più basso nella storia dello Stade de France

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