« Ricevere il Premio Castel è bellissimo. È un premio che va dritto al mio cuore. Stasera, la notte è un romanzo. Cosa potresti chiedere di più? », ha reagito Grégoire Bouillier.
In Sindrome dell’Orangerie, con cui l’autore si ritrova faccia a faccia Ninfee di Monet al Musée de l’Orangerie e, contro ogni aspettativa, una profonda angoscia lo travolge. Gli enormi pannelli suscitano in lui un disagio inaspettato. L’arte non dipenderebbe tanto dall’artista quanto da colui che la contempla? Divenuto per l’occasione il suo alter ego, il detective Bmore, Bouillier decide di chiarire questo mistero. Monet avrebbe nascosto qualcosa, o addirittura qualcuno, nelle sue Ninfee? Perché questa ossessione per i fiori del suo giardino, dipinti quasi quattrocento volte in trent’anni?
Inizia quindi l’indagine, mescolando botanica, segreti della vita amorosa di Monet e interpretazioni inconsce dell’opera. Bmore esplora l’Orangerie, Giverny, il Giappone e persino Auschwitz-Birkenau per capirlo” Sindrome dell’Orangerie “. Una ricerca che svela un mistero più grande di quello della pittura, quello dello spazio tra l’occhio e ciò che percepisce.
Grégoire Bouillier, nato nel 1960, ha già scritto numerose opere note: Fate rapporto su di me (Allia, Premio Fiore 2002), L’ospite misterioso, Cape Canaveral (Allia, 2004, 2008), Il file M, libri 1 e 2 (Flammarion, 2017 e 2018, Premio Dicembre) e Il Cuore non si arrende (Flammarion, 2022, Premio André Malraux e Premio Honoré de Balzac). Questo nuovo libro è stato pubblicato il 21 agosto 2024.
Michel Bernard ha recentemente accusato Grégoire Bouillier di essersi fortemente ispirato al suo romanzo I due rimorsi di Claude Monet scrivere Sindrome dell’Orangerie. Secondo il primo, il secondo avrebbe utilizzato elementi immaginari, in particolare una citazione di Clemenceau inventata da lui stesso, nonché diverse descrizioni di Camille Monet. Grégoire Bouillier in particolare ha risposto che “ Michel Bernard parla di Monet, non è il primo. Lui, come me, non sarà l’ultimo. »
La giuria del Premio Castel è composta da: Emma Becker, Claire Berest, Vincent Darré, Étienne Gernelle, Eva Ionesco, Marc Lambron, Justine Lévy, Jean-Noël Pancrazi, Abnousse Shalmani e Gaël Tchakaloff.
Al vincitore del Premio Castel viene consegnata una tessera Castel che lo rende, per un anno intero, ospite privilegiato di questo luogo emblematico, accompagnato dalla persona di sua scelta. Una targa con inciso il suo nome è posta anche nella biblioteca del Castel. Quest’anno si aggiunge una novità ai premi: al vincitore viene offerto un Ex-Libris personalizzato, disegnato da Ex-Libris Paris.
Cofondato da Castel e Carole Chrétiennot, il Premio Castel premia un romanzo, scritto da un autore giovane o affermato, che la giuria immagina al tavolo di Jean Castel. Il premio evoca le memorabili feste di Castel, dove artisti, scrittori, personaggi del mondo della moda e del cinema si incontravano, animando le notti di Saint-Germain-des-Prés e di tutta Parigi. Serate mitiche, che riuniscono le personalità più emblematiche di questo leggendario quartiere parigino.
Le prime due edizioni hanno incoronato, nel 2022, Catherine Millet for Inizi (Flammarion) e nel 2023, Arthur Dreyfus per La terza mano (POL).
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Crediti fotografici: Pascal Ito © Flammarion
Di Hocine Bouhadjera
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