Il futuro ambasciatore di Trump in Israele si dice pronto a sostenere l’annessione della Giudea e della Samaria

Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas designato da Donald Trump come prossimo ambasciatore americano in Israele, ha parlato mercoledì della sua nomina e delle sue posizioni riguardo ai territori palestinesi occupati. “Sono un po’ scioccato, è un giorno eccezionale. È un grande onore che il presidente voglia affidarmi questo ruolo”, ha detto Huckabee in un’intervista a Galei Tsahal. Ha ricordato le sue decine di visite in Israele, la prima delle quali avvenuta quasi 52 anni fa: “È un’opportunità straordinaria per rappresentare il mio Paese in una terra di cui mi sono innamorato per la prima volta”.

Alla domanda se l’amministrazione Trump consentirebbe l’annessione e l’applicazione della sovranità israeliana in Giudea e Samaria, Huckabee ha risposto: “Visito regolarmente la Giudea e la Samaria, credo che i cittadini di Israele meritino uno Stato sicuro e tutto ciò che posso fare per contribuire a raggiungere questo obiettivo sarà un enorme privilegio”. Tuttavia, ha chiarito: “Non sono io a determinare la politica, ma attuerò quella definita dal presidente”.

Nel frattempo, il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich si è congratulato con Trump per la sua rielezione e ha chiesto di estendere la sovranità israeliana su tutti i territori della Giudea e della Samaria: “Il 2025 sarà l’anno della sovranità in Giudea e Samaria, ha incaricato l’amministrazione coloniale del Ministero della Difesa e l’Amministrazione Civile ad avviare un lavoro professionale e globale per preparare le infrastrutture necessarie per l’attuazione della sovranità.”

Huckabee, che sostituirà l’incaricato di Biden Jack Lew, è un pastore evangelico qualificato. Durante la sua campagna per la nomina repubblicana nel 2015, visitò la città di Shilo e dichiarò: “La Giudea e Samaria sono parte integrante dello Stato di Israele e tutti devono capirlo. Chiunque si candidi alla presidenza degli Stati Uniti dovrebbe venire Qui.” Si era anche espresso contro la soluzione dei due Stati e aveva preso in considerazione l’acquisto di una casa a Efrat.