23 domande questo mercoledì a N’Golo Kanté e Didier Deschamps durante la conferenza stampa allo Stade de France, alla vigilia di Francia-Israele, quinta tappa della Società delle Nazioni. 23 in tutto ma solo 5 dedicati al contesto, a parte questa partita divertente come nessun’altra, ultra-sicura, poco emozionante – previste solo 20.000 persone circondate da 4.000 poliziotti e gendarmi, e molto politica con la presenza delle ultime tre teste francesi dello Stato, Nicolas Sarkozy, François Hollande ed Emmanuel Macron.
Gli incontri mediatici del capitano (provvisorio) dei francesi e del suo allenatore sono stati inversamente proporzionali alle considerazioni politiche di un incontro dalla bassa posta in gioco: basta un punto perché i francesi raggiungano le Final 8 della Società delle Nazioni il prossimo marzo .
Nel dettaglio, Didier Deschamps ha confidato di “aver fatto in modo di preparare questa partita nel modo più normale possibile”. “Nessuno è insensibile al contesto pesante e pesante”, prosegue il tecnico basco. Deve restare una partita di calcio, nonostante tutto. »
Il suo attuale capitano – Kylian Mbappé non è stato selezionato per questo incontro – e non commetterà errori nel rispondere al tema scottante della guerra a Gaza o in Libano, N’Golo Kanté anche scivolando con il suo consueto candore, quasi una forma di ingenuità , augurandosi che la situazione “migliori”: “Fa un po’ male”, mormora, usando un eufemismo di fronte al conflitto in Medio Oriente.
Assicura inoltre che dall’alto – dall’allenatore, dalla Federazione – non sono arrivate istruzioni per eludere questioni geopolitiche. “Sappiamo che rappresentiamo la squadra francese, non necessariamente le nostre opinioni personali. Abbiamo tutti un’opinione che vogliamo condividere o meno”, spiega il centrocampista partito per giocare a calcio nel campionato saudita.
Dopo le domande sul possibile ritorno, un giorno, di Paul Pogba alle competizioni, sul suo ritiro dalla nazionale, un altro giorno, o sul suo ruolo nel cuore della partita di A, questo giovedì, l’ex giocatore del Caen ha ceduto la sua sedia a Didier Deschamps . Che ha dovuto destreggiarsi su tutti i terreni – politici e sportivi -, evocando nella stessa conferenza stampa Randal Kolo Muani, Kingsley Coman ma anche Emmanuel Macron, in un improbabile grande divario che solo questo singolare manifesto consente. È riuscito a rilassare il pubblico quando finalmente è arrivata la domanda su Kylian Mbappé, cosa che si aspettava “prima” dai media: arriverà all’ottavo posto, prima degli ultimi due. “Non ripeterò quello che ho già detto”, sorride. Lascialo in pace, per favore.”
Solo lo svolgimento di un Francia-Israele, che mette in tensione una parte della società francese, suscita paura in un’altra e che alla fine non lascia nessuno indifferente, potrebbe relegare Mbappé al secondo o all’ottavo piano del consueto decoro di una partita della squadra francese. Per tutta la durata dell’incontro, Didier Deschamps e N’Golo Kanté si siedono e aspettano che gli argomenti più banali vengano alla ribalta.
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