Sono passati più di due mesi dall’inizio del processo per stupro a Mazan. Gisèle Pélicot, il cui marito, Dominique, è accusato con più di cinquanta uomini di averla drogata e violentata per un decennio, deve recarsi regolarmente al tribunale penale di Vaucluse, ad Avignone.
Di fronte a telecamere e microfoni, “è sempre accompagnata da due uomini. La scortano quando riceve una standing ovation in pubblico, la difendono durante le udienze, la sostengono in tribunale, ma anche fuori. raccontare Il mondo.
Sul treno tra Avignone e Parigi, il corrispondente del quotidiano spagnolo ha incontrato Antoine Camus e Stéphane Babonneau, i due avvocati di Gisèle Pélicot. Sono loro che lo sostengono “nella sua lotta per ‘far cambiare le cose’”. Per partecipare a questo processo con risonanza globale, loro “hanno messo in sospeso la loro vita durante i quattro mesi della procedura”.
Per il quotidiano madrileno, Raquel Villaécija descrive la strategia dei due avvocati in tribunale: “Applicano la strategia del ‘poliziotto buono, poliziotto cattivo’: il primo, calmo ed eloquente, riesce a convincere con discorsi di grande eleganza, mentre il secondo, veemente e appassionato, fa lo stesso con uno stile più schietto.
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