Sul set di il canale della squadra Martedì, il campione olimpico del 2000 si è indignato per gli insulti razzisti ricevuti da Sarah Ourahmoune, che ha rinunciato a candidarsi alla presidenza della Federazione francese di pugilato.
Il disgusto di Brahim Asloum. Questo martedì sul set di Il canale della squadrail campione olimpico di boxe, nel 2000 a Sydney, ha dato il suo sostegno a Sarah Ourahmoune. Dopo che quest’ultimo, vicecampione olimpico nel 2016 a Rio, ha deciso di ritirarsi dalle elezioni per la presidenza della Federazione francese per “Attacchi razzisti e sessisti” ricevuto da membri del mondo della boxe.
«Mi sono messa al posto di Sarah. Abbiamo gli stessi profili, le stesse origini, amiamo il nostro Paese. Abbiamo fatto di tutto per poter portare la bandiera blu-bianco-rossa, essere all’altezza e fare del bene per la nostra disciplina, Brahim Asloum era indignato. E quello che più mi fa male è che sia stato il mio mondo a insultarlo con tutti questi nomi. E si tratta di gente con origini, gente come noi, che si permette di chiamare Sarah ‘governante della federazione’, ‘sporca araba’… Di cosa stiamo parlando?»
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A volte lo vediamo in altri sport, ma per noi riguarda solo i giovani con un background di immigrazione. Queste parole non dovrebbero esistere nel nostro Paese. Non dico che debbano esistere altrove, ma ancor meno qui.
Brahim Asloum
«Sapevo che la società era in difficoltà, che le cose andavano in tutte le direzioni. Ma è uno sport in cui dobbiamo stare insieme. E lì c’è una donna straordinaria, che è stata una campionessa del mondo dilettante, una vicecampionessa olimpica, una madre esemplare, che esce dal parto per tornare nel mondo olimpico, che dimostra questa resilienza, questa volontà, questa determinazione… .ma dimmi chi pensi di essere ?, ha continuato l’ex pugile, molto commosso e arrabbiato. Questo gruppo di allenatori, tre quarti di loro, non hanno fatto un decimo di quello che ha fatto questo campione. E si permettono di mettere in gioco il suo titolo, di parlare delle sue origini, di mancargli di rispetto. È molto più colta dei tre quarti degli allenatori di questo collettivo.
«Ma che esempio di merda, sussurrò il campione olimpico, ammettendo di sì “un po’ di vergogna” et “mal”. «Sinceramente sto soffrendo.”ha aggiunto. Prima di concludere: “A volte lo vediamo in altri sport, ma per noi riguarda solo i giovani con un background di immigrazione. Queste parole non dovrebbero esistere nel nostro Paese. Non dico che debbano esistere altrove, ma ancor meno qui (…) Sarah appare praticamente in tutti i casi. È rispettata. Fa un lavoro pazzesco. Raramente abbiamo campioni della boxe che raggiungono questo livello intellettuale e lì gli manchiamo di rispetto in quel modo, come se fosse una tavola marcia.
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