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L’esplosione dei costi sull’isola energetica avrà un impatto significativo sulla bolletta elettrica

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La tensione è palpabile tra Elia e Creg. È quanto emerge da una nuova commissione parlamentare sull’esplosione dei costi dell’isola energetica Princess Elisabeth, stimati oggi tra i 7 e gli 8 miliardi di euro. Il primo è responsabile della costruzione dell’isola, il secondo è il regolatore federale che deve controllare che gli importi non facciano deragliare i prezzi dell’elettricità. Una certezza però c’è: ciò avrà un impatto sulle bollette di famiglie e imprese.

Ne usciamo con più domande che risposte.” Questa è la conclusione del deputato federale Jean-Luc Crucke (Les Engagés) al termine di una nuova commissione parlamentare sui costi dell’isola energetica Princess Elisabeth. Ricordiamo che quest’isola alla fine dovrebbe consentire la trasmissione di non meno di 13 TWh di elettricità attraverso il Mare del Nord, inclusi 3,5 GW di energia eolica offshore belga. Inizialmente previsto a 2,2 miliardi di euro, il progetto è stato rivalutato tra 7 e 8 miliardi di euro.

Costo aggiuntivo confermato

Abbiamo comunque imparato diverse cose durante questa commissione. Oggi Elia non contesta la cifra calcolata da Gregche aveva messo in guardia il ministro dell’Energia, Tinne Van Der Straeten (Groen), lo scorso maggio. Elia ha fatto anche una valutazione dei costi aggiuntivi che potrebbero essere sopportati da imprese e famiglie in bolletta.

Innanzitutto bisogna sapere che il costo dell’isola energetica era già stato rivalutato lo scorso anno in 3,8 miliardi di euro. Ciò aveva già influenzato le tariffe di trasmissione dell’elettricità per quest’anno di 0,8 euro per MWh. Nel 2030, durante il picco, il costo aggiuntivo è stato stimato in 2,7 euro/MWh. La nuova valutazione mostra un aumento da 5 a 5,5 euro per MWh nel 2032. Per una famiglia, con un consumo medio di 3,5 MWh, ciò rappresenta una ventina di euro all’anno. E molto altro ancora per le imprese.

Un aumento compensato?

Elia, tuttavia, mette in prospettiva questo aumento dei costi. Innanzitutto perché la trasmissione elettrica, di cui Elia è responsabile, è solo una parte della bolletta elettrica. Poi, perché Elia prevede che entro il 2032 il prezzo dell’elettricità potrebbe essere influenzato al ribasso, da 5 a 10 euro/MWh in meno rispetto a oggiin modo che alla fine il cliente ne uscisse vincitore.

È comunque prevedibile che la Creg, presente anche in commissione, “non capisce”senza vedere come i piccoli 3,5 GW di produzione eolica offshore belga potrebbero influenzare i prezzi dell’elettricità sul mercato europeo. Un mercato determinato dall’ultima unità di produzione con il costo marginale più elevato, che solitamente è una centrale elettrica a gas.

Inoltre, cosa ancora più grave, Greg afferma di non aver mai ricevuto una valutazione quantificata costi/benefici dall’inizio del progetto avviato nel 2021nonostante le sue numerose richieste.

“Il progetto iniziale resta il più competitivo”

In commissione, Elia, però, ha spiegato più nel dettaglio le cause dell’aumento dei prezzi. A cominciare dall’inflazione seguita alla crisi ucraina, dall’aumento dei prezzi dei materiali e dagli effetti di mercato. Per quest’ultimo punto, il mercato si trova ad affrontare una domanda significativa, in particolare da Germania e Paesi Bassi. L’offerta non riesce a tenere il passo: i produttori di apparecchiature sono sopraffatti dagli ordini, il che porta a una carenza di attrezzature e quindi ad un aumento dei prezzi.

Questa realtà del mercato pesa particolarmente sulle nuove tecnologie legate alla corrente continua. Quest’ultimo consente di trasportare più elettricità su una distanza maggiore. Ed è proprio questa la domanda più grande che circonda l’isola energetica: il gestore della rete vuole scommettere su questa tecnologia, ma il contratto non è ancora stato firmato, per cui la dotazione da 7-8 miliardi di euro riserva forse altre sorprese. La Elia non può parlare e si difende dalla necessità di mantenere un certo riserbo.

Ma qualunque cosa accada, Elia non si muove: crede che sia suo “Il progetto iniziale resta il più competitivo”, rispetto ad altri scenari meno ambiziosi per l’isola energetica. “Questa non è una guerra religiosa delle tecnologie”, ha insistito Frédéric Dunon, amministratore delegato di Elia Transmission. “L’estensione del nucleare resta più economica, ma non è una questione di ‘o-o’ bensì di ‘e-e’: la transizione verso una produzione di energia a basse emissioni di carbonio implicherà necessariamente un “mix energetico” . Rinviando il progetto iniziale perderemmo “5 anni”, aggiunge Dunon, “che significa miliardi di euro di benessere”. Elia ritiene che l’isola energetica a pieno regime rimanga l’opzione migliore in termini di prezzo, sicurezza dell’approvvigionamento e obiettivi di riduzione della CO2.

Un’affermazione che lascia dubbioso Mathieu Bihet (MR): “Se nel 2021 ci avessero detto che l’isola energetica costerebbe 7 miliardi di euro, per una struttura che non produce energia elettrica, non avremmo fatto altre scelte?“, ha chiesto il deputato, chiaramente prendendo di mira la procrastinazione che circonda l’energia nucleare.

Nel frattempo sono in corso ulteriori valutazioni dei costi. In particolare a livello del contratto in corrente continua. Una valutazione attesa a fine anno, mentre Elia prevedeva di firmare il contratto a fine novembre. Questa è una delle tante domande contenute in questo file.

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