Martedì i prezzi del petrolio sono rimasti poco cambiati, in attesa di ulteriori indicazioni dal rapporto mensile dell’OPEC, dopo che il pacchetto di stimoli della Cina e le preoccupazioni per un eccesso di offerta hanno avuto la meglio sui mercati nelle sessioni precedenti.
I futures del petrolio Brent sono scesi di 1 centesimo a 71,82 dollari al barile, all’1:58 GMT. I futures del greggio statunitense West Texas Intermediate erano a 68,07 dollari al barile, in rialzo di 3 centesimi.
Entrambi i contratti sono scesi di oltre il 5% nelle ultime due sessioni di negoziazione. Venerdì la Cina ha presentato un pacchetto di debito da 10mila miliardi di yuan (1,4mila miliardi di dollari) per allentare la tensione finanziaria sui governi locali, ma gli analisti hanno affermato che non è stato all’altezza delle misure di stimolo necessarie per stimolare la crescita.
Il rapporto mensile dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), che sarà pubblicato più tardi martedì, fornirà una nuova direzione per i prezzi. Il mercato attenderà ulteriori revisioni al ribasso della domanda nelle prospettive del gruppo fino al 2025, il che aggiungerebbe pressione al ribasso sui prezzi.
“Gli spread temporali per Brent e WTI sono crollati di recente, avvicinandosi al contango, suggerendo un mercato fisico meglio fornito”, hanno detto gli analisti di ING in una nota.
Quando un mercato dei futures è in contango, i contratti di consegna rapida sono inferiori rispetto ai contratti di consegna futura, suggerendo che il mercato è ben fornito a breve termine o che vi sarà una maggiore domanda di petrolio in futuro.
Lunedì il dollaro USA ha chiuso in rialzo mentre i mercati si preparavano a ricevere ulteriori segnali dai dati sull’inflazione statunitense e dai portavoce della Federal Reserve questa settimana.
Le materie prime denominate nella valuta americana, come il petrolio, sono quindi più costose per i possessori di altre valute, il che tende a pesare sui prezzi.
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