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Cercapersone: Netanyahu ammette di aver dato il via libera all’attacco a Hezbollah

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ammesso per la prima volta domenica di aver dato il via libera all’attacco al cercapersone contro Hezbollah libanese a settembre, ha detto all’AFP il suo portavoce, Omer Dostri.

Intervenendo durante il Consiglio settimanale dei ministri, Netanyahu ha affermato di aver autorizzato questa operazione che non era stata precedentemente rivendicata, ha affermato Dostri, confermando le informazioni pubblicate dai media israeliani.

I dispositivi di trasmissione con trappole esplosive – cercapersone e walkie-talkie – utilizzati dai membri di Hezbollah sono stati fatti esplodere il 17 e 18 settembre nella periferia meridionale di Beirut, nonché nel sud e nell’est del Libano, roccaforti del movimento islamista Hezbollah.

Secondo le autorità libanesi, queste esplosioni hanno provocato 39 morti e quasi 3.000 feriti.

Se questa spettacolare operazione portava il marchio del Mossad, il potente servizio di intelligence straniero israeliano, fino ad ora Israele non ne aveva mai apertamente rivendicato né commentato la responsabilità.

A sostegno di Hamas palestinese nella Striscia di Gaza, Hezbollah ha aperto un fronte contro Israele l’8 ottobre 2023, sparando quotidianamente sul territorio israeliano dal sud del Libano.

Queste ostilità sono degenerate in guerra aperta il 23 settembre con una campagna di intensi attacchi israeliani, principalmente contro le roccaforti del movimento libanese.

Il 30 settembre l’esercito israeliano ha lanciato un’offensiva di terra in Libano.

Secondo il Ministero della Sanità libanese, dal 23 settembre sono state uccise in Libano più di 2.700 persone, in maggioranza civili.

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