« Se mercoledì prossimo Donald Trump verrà proclamato vincitore, non si presenterà alle elezioni del 5 novembre », ha scritto la settimana scorsa Dominique Jamet nella sua rubrica settimanale! Donald Trump è stato proclamato vincitore e non ha contestato questo risultato, ma all’8 novembre, nel momento in cui scriviamo, non conosciamo ancora i risultati dell’Arizona, questo stato confinante con il Messico e quindi particolarmente sensibile alla questione migratoria. Certo, questo non cambierà il risultato per Trump che ha già ottenuto la maggioranza per essere eletto presidente (270 elettori su 538 negli Stati Uniti), ma non è senza intrigare i francesi che siamo, abituati al conteggio dei un’elezione “ripiegata” a poche ore dalla chiusura dei seggi elettorali.
Come non stupirsi, infatti, che, in uno Stato di appena 7,5 milioni di abitanti, quattro giorni dopo le elezioni, questo venerdì mattina, sia stato spogliato solo il 76% dei voti per le elezioni presidenziali (dando, del resto, un buon portare a Trump con il 52,5%)? Uno Stato, del resto, dove l’81% dei voti è stato espresso per posta. Enorme ! Ciò ci sorprende ma fa anche appello a Donald Trump che non esita a lodare i meriti… della Francia in questo settore! “ In Francia si è optato per lo scrutinio perché il voto per corrispondenza non ha funzionato. Era corrotto. Alle 22 ci sono 37 milioni di schede contate e finite: hanno un vincitore e un perdente ».
Ebbene, Trump sta trasformando un po’ la storia a modo suo: in Francia le schede cartacee sono sempre esistite e il voto per corrispondenza è esistito solo dal 1946 al 1975 ed era una procedura marginale, eccezionale», riservata agli elettori trattenuti fuori dal comune di iscrizione per obblighi di legge o professionali regolarmente stabiliti o vincolati da impedimenti inconfutabili, previa presentazione di documenti giustificativi “. Nelle elezioni legislative del 1967 solo l’1,57% degli elettori utilizzò questa procedura. Siamo lontani dall’81% dell’Arizona. Ma resta il fatto – e qui Trump ha ragione – il voto per corrispondenza è stato abolito in Francia (eccetto per le persone all’estero o… in carcere) a causa delle numerose frodi constatate e che erano state denunciate a Michel Poniatowski, l’emblematico ministro dell’interno di Giscard d’Estaing. Emblematiche furono anche le elezioni comunali di Bastia del 1965, annullate nel 1967 dal Consiglio di Stato, in particolare (e non fu questo l’unico motivo) a causa del ritrovamento di schede elettorali espresse nelle urne a nome di elettori deceduti e di schede false. persone malate. Da qui, forse, la tenace leggenda che vuole che i morti votino in Corsica? Ma non è questo l’argomento del giorno…
In ogni caso, questo complimento di Trump alla Francia – un altro! – ragioni un po’ come l’omaggio del computer alla buona vecchia calcolatrice e alla lavagna a fogli che scartiamo nei nostri municipi e nelle nostre scuole, nelle notti delle elezioni, sotto lo sguardo vigile e sospettoso degli scrutatori, contando e ricontando schede e buste, contestando il minimo scheda elettorale più o meno lacerata o con le orecchie. Ebbene, a proposito, cosa pensa oggi Emmanuel Macron del voto per corrispondenza, lui che nel 2020 (è vero in pieno periodo Covid) non c’era” non chiuso » quando Darmanin si opponeva fieramente e François Bayrou era favorevole. “Scusa, ma chi è il signor François Bayrou, non conosco questo ragazzo? », sussurra nell’auricolare l’uomo dalla criniera bionda…
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