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“Ci vuole volontà politica”

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È stato il portavoce della sanità, dei servizi sociali e dell’assistenza domiciliare, Joël Arseneau, a presentare una mozione senza preavviso affinché l’Assemblea nazionale prenda tutti i mezzi per mantenere aperta l’emergenza. Una mozione sulla quale si sono espressi favorevolmente tutti i deputati presenti nel corso di una votazione elettronica.

“Che l’Assemblea nazionale prenda atto della perdita di due medici del CLSC di Fortierville, il che comporta la chiusura dell’emergenza nelle ore serali e nei fine settimana, esprima il suo sostegno al MRC di Bécancour e dell’Érable e solleciti il ​​governo a intervenire mettere in atto tutti i mezzi per mantenere aperta questa emergenza”.

— Il testo della mozione

Questo è un modo che il PQ ha trovato per convincere il CAQ ad impegnarsi sulla questione al fine di garantire la sua volontà politica di mantenere i servizi.

“È un primo passo”, ha sostenuto Joël Arseneau, affiancato da Il Nouvellista all’uscita dal Salon rouge. Se vogliamo andare avanti nel mantenimento e nel ripristino dei servizi, occorre innanzitutto la volontà politica. Mi piacerebbe sentire il governo qual è la sua visione. Siamo pronti a tornare alla situazione precedente al 2019, quando avevamo servizi 24 ore su 24, sette giorni su sette?”

“Se fossi al MRC e venissi a sapere che abbiamo adottato una mozione, chiederei al deputato, al CIUSSS e al ministro: “vi siederete con noi e ci direte qual è l’obiettivo da raggiungere? Quanto tempo ci concediamo? Qual è il piano di gioco? Quali mezzi stiamo mettendo in atto?” Questo è quello che vorremmo”.

Medici d’urgenza

Per il deputato dell’Îles-de-la-Madeleine, uno dei primi mezzi da mettere in atto sarebbe quello di consentire al CLSC di Fortierville di avvalersi di medici d’urgenza per sostenere la squadra in carica, mentre le norme attuali non lo consentono dato che il pronto soccorso non è più aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Una richiesta del CIUSSS de la Mauricie-et-du-Centre-du-Québec, che ha ricevuto il sostegno del MRC de Bécancour, è rimasta finora vana. “Penso che sia uno strumento alla portata del governo”, ha detto il portavoce del PQ per la sanità, i servizi sociali e l’assistenza domiciliare.

Secondo lui il governo sembra muoversi nella direzione opposta rispetto alle misure che permetterebbero di coprire i posti vacanti nelle regioni. “Già martedì mattina abbiamo avuto un’inchiesta o un dibattito con il ministro della Salute. Ha detto che vorrebbe stringere la vite affinché i medici appena qualificati possano prestare servizio obbligatorio per un certo numero di anni in Quebec, ma in cambio non li costringerei ad andare nelle regioni e potrebbero scegliere dove esercitare la professione .

“Siamo d’accordo che i medici si impegnino a prestare servizio nei servizi pubblici, ma se allo stesso tempo diciamo che non importa che si raggruppano tutti insieme nelle aree urbane, non siamo più avanti”, afferma.

— Joël Arseneau, portavoce della sanità, dei servizi sociali e dell’assistenza domiciliare

Una tendenza forte

Il deputato del Parti Québécois ritiene che l’emergenza a Fortierville sia sintomatica di ciò che sta accadendo in diverse regioni del Quebec per quanto riguarda l’accesso alle cure sanitarie.

“È una forte tendenza da parte del governo annunciare la chiusura dei servizi nelle nostre regioni”, sostiene. Ci sono almeno una mezza dozzina di servizi nei CLSC o nelle emergenze regionali a cui iniziamo dicendo che chiuderanno di notte. Successivamente ridurrai i servizi la sera, poi nei fine settimana.

— Joël Arseneau, portavoce della sanità, dei servizi sociali e dell’assistenza domiciliare

“Diciamo sempre che è temporaneo, ma alla fine diventa permanente”, continua il deputato. Alla fine, le persone si arrendono e si abituano a essere private dei servizi e a dover lavorare per ore per ricevere cure nei pronto soccorso, anch’essi sovraccarichi. È così che perdiamo i servizi sanitari nelle regioni”.

“Ad un certo momento ci troviamo di fronte al fatto compiuto che non ce ne sono più o non è più l’ombra dei servizi che venivano offerti”, invoca. Poi il governo permette di destinare queste risorse altrove, ma a beneficiarne non sono le regioni o l’accesso al sistema sanitario”.

“Se sentissimo che c’è un reale desiderio da parte del governo di chiudere i servizi sanitari, il nostro desiderio sarebbe quello di riaprirli e di lavorare con le comunità per farlo. Non credo che la dinamica sarebbe la stessa nel caso in cui avanzassimo richieste che rimangono senza risposta, nel caso in cui adottiamo risoluzioni nel MRC alle quali il governo non risponde.

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