Dieci giorni dopo l'esplosione avvenuta nel laboratorio della Miellerie du Salagou, l'origine del disastro resta inspiegata

Lunedì 28 ottobre, intorno alle 11,30, un'esplosione ha fatto saltare in aria parte di un edificio del laboratorio di produzione della società Apimab Laboratories (Propolia), meglio conosciuta con il nome commerciale di Miellerie du Salagou, situato in Avenue du Lac. Un incendio seguito da un'esplosione ha devastato l'interno della casa del miele, provocando notevoli danni. Sette dipendenti presenti sono stati soccorsi dai numerosi servizi di emergenza intervenuti sul posto. L'incendio, domato dai dipendenti prima dell'arrivo dei soccorsi, ha provocato sette feriti lievi. Tre dipendenti sono stati esaminati sul posto per lesioni superficiali, mentre altri quattro sono stati evacuati negli ospedali di Clermont-l'Hérault e Montpellier per esami medici.

Danni materiali e misure di sicurezza

Sotto l'effetto dell'esplosione, i muri esterni in cemento cellulare posti su un telaio metallico sono crollati sulle auto parcheggiate nelle vicinanze, mentre parte del soffitto e del tetto sono stati squarciati. Considerata l'entità dei danni, che compromettono l'incolumità delle persone, il sindaco ha emesso lo stesso giorno un'ordinanza di sicurezza estremamente urgente, vietando l'accesso all'edificio e alle immediate vicinanze.

Interessata solo una parte del laboratorio

Il giorno successivo, martedì 29 ottobre, è stata emessa una nuova ordinanza di sicurezza urgente, ancora in corso, per affinare i divieti di accesso. Una settimana dopo, lunedì 4 novembre, raggiunta telefonicamente, Dorothée Bouche, responsabile marketing di Apimab, ha definito l'incidente “tecnico”, precisando che la perizia è ancora in corso e che le ragioni dell'esplosione restano oscure. I membri della squadra sono rimasti emotivamente colpiti, anche se senza lesioni fisiche. Alcuni hanno beneficiato di due giorni di congedo per malattia a causa dello shock emotivo e dei controlli medici. È stata colpita solo una parte del laboratorio, meno di 500 m², e nelle aree la produzione continua in buone condizioni, il che consente di evitare la disoccupazione tecnica. Il magazzino e il negozio, ubicati in un altro stabile, non hanno subito danni e restano aperti alla clientela.

Indagini in corso e piste iniziali

Resta quindi da determinare l'origine dell'esplosione, così come i prodotti e l'energia coinvolti che potrebbero spiegare un'esplosione del genere. I primi elementi facevano pensare che l'esplosione fosse avvenuta nell'unità produttiva e potesse derivare da una reazione fisica dovuta a polveri (propoli?) durante la messa in funzione di una macchina. Ma le indagini dovranno confermarlo.