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Dovremmo leggere Houris di Kamel Daoud, Premio Goncourt 2024?

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Tutti nel mondo dell'editoria avevano già in mente quella foto. Cammello Daoudbrandendo il suo libro davanti alla finestra del ristorante Drouant. L'ipotesi si è concretizzata questo lunedì, dopo l'annuncio intorno a mezzogiorno Filippo Claudel della consegna del premio Goncourt allo scrittore franco-algerino favorito per il suo libro Ore (Gallimard).

Un'opera sotto forma di viaggio introspettivo attraverso l'Algeria. Seguiamo Aube, diventata muta a 5 anni dopo la lacerazione delle sue corde vocali in seguito a un tentativo di sgozzamento, “in nome di Dio”, durante la guerra civile algerina. Il “decennio nero” (1992-2002) durante il quale diversi gruppi islamici si opposero all'esercito nazionale – il bilancio oscillò tra 60.000 e 200.000 morti e migliaia di dispersi. Aube torna sul luogo del delitto, nel nord del Paese, dove sua sorella è stata violentata e poi uccisa. In un monologo inquietante, parla a sua figlia, ancora nel suo grembo. Vuole abortire oppure no? Esita ancora, o finge di esitare: sa che, in questa Algeria patriarcale, la condizione della donna è una maledizione. “Ti salvo dalla nascita per impedirti di morire in ogni momento. Perché in questo Paese siamo amate mute e nude per il piacere degli uomini in calore. »

Pena detentiva

A Orano Aube gestiva un salone di parrucchiere, proprio di fronte alla moschea. A casa sua le donne venivano per farsi belle e ridere, soprattutto durante la grande preghiera del venerdì, quando potevano sfuggire al giudizio degli uomini e potersi occupare di cose diverse dalla casa o dalla cucina.

Quindi ovviamente non possiamo portarlo via Ore essere un grande romanzo femminista, coraggioso, senza dubbio necessario. Al punto che Kamel Daoud tenta di rompere questa amnesia collettiva e volontaria, visto che è vietato parlare della guerra civile in Algeria, secondo un articolo della Carta per la pace e la riconciliazione nazionale. Condanna al carcere per chiunque osi utilizzare o sfruttare “le ferite della tragedia nazionale”.

E chi meglio di lui può parlarne? Daoud ha vissuto da vicino questo periodo buio. Nel 1994, all'età di 24 anni, entra nel Orano quotidiano. Lui e i suoi colleghi sono responsabili di garantire la “copertura sicura” degli eventi. Il trauma di Aube è certamente un po' come quello di Daoud.

“Sarebbe un’esplosione”

Due settimane fa, Tahar Ben Jellounamico dello scrittore e membro dell'Accademia Goncourt, ha fornito alcuni indizi sulle ragioni che spingerebbero i giurati del più prestigioso premio francese a premiare Ore. “Se davvero Kamel Daoud avesse il premio, sarebbe un'esplosione”, ha dichiarato Tahar Ben Jelloun a Inter. Al punto che tutto ciò che l'Algeria, infine i generali, hanno voluto nascondere per la guerra civile, perché è vietato parlare di questa guerra civile, sarà conosciuto in tutto il mondo e attraverso traduzioni in tutto il mondo. »

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