Alain Minc, intervistato da Le Figaro-TV, spiega di non aver compreso la decisione di Emmanuel Macron di sciogliere l'Assemblea nazionale la sera delle elezioni europee.
«Quando un ragazzo intelligente prende una decisione totalmente assurda, è un problema psicologico di negazione della realtà.» Ospite di Points de Vue questo lunedì 4 novembre su Le Figaro TV per presentare il suo ultimo libro Nel complesso (Grasset), Alain Minc non ha parole abbastanza forti per esprimere il suo sgomento dopo lo scioglimento dell'Assemblea nazionale il 9 giugno. Osservatore privilegiato di cinquant'anni di vita politica, il saggista e consigliere politico ritorna in particolare, nel suo ultimo saggio, sulla decisione di Emmanuel Macron che definisce come “il fallimento politico più incredibile che si possa immaginare».
In occasione delle elezioni europee, il presidente della Repubblica”aveva 250 deputati, ne mancavano 35 (per avere la maggioranza assoluta, ndr). Potrebbe nel 2022 comprare il diritto democratico per un piatto di lenticchie e nel 2024 potrebbe comprarlo ancora, regalandogli due o tre ministeri importanti aggiungendo la pancetta alle lenticchie“. L’errore è tale, aggiunge, che i 90 deputati hanno acquisito la maggioranza”lo lascerà giorno per giorno, poiché Emmanuel Macron non è rieleggibile”, citando senza troppa convinzione i quattro deputati che hanno già abbandonato il gruppo presidenziale dalle ultime elezioni legislative, tra cui Sophie Errante e Sacha Houlié.
L'ex imprenditore ricorda tuttavia gli esordi molto promettenti del presidente. “Quando arriva Emmanuel Macron è una star mondiale che gioca benissimo per due anni”ricorda. Ma il saggista diventa profeta e augurio di“un finale shakespeariano” per gli ultimi anni del mandato quinquennale di Emmanuel Macron.
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