In questi giorni i riflettori sembrano meno puntati sui campi di calcio che sugli spalti, dove ogni parola viene esaminata attentamente. Dopo l'ennesimo intenso episodio politico-mediatico seguito alla partita PSG-Strasburgo del 19 ottobre, con una canzone anti-marsigliese con insulti omofobi intonata per lunghi minuti dal Parco dei Principi, le canzoni dello stesso stile continuano a risuonare nelle corsie degli stadi della Ligue 1.
Questo sabato sera, è stato a Saint-Étienne che si è sentito un coro anti-lyonnais particolarmente veemente (“Siamo gli Stéphanois / Oh gruppo di lionesi… / Per vedere la nostra squadra vincere / Vi manderemo tutti tutti. .. .”) è stato notato e denunciato da alcune associazioni che lottano contro l'omofobia nel calcio. Domenica sera, il Segretario di Stato per la cittadinanza e la lotta contro la discriminazione, Othman Nasrou, ha reagito a X, invitando la LFP a “spiegarci perché la partita non è stata interrotta”.
Da parte della Lega, ci viene detto che questa canzone, molto breve (meno di 30 secondi, rispetto a diversi minuti a Parigi il 19 ottobre) e che sarebbe stata cantata una sola volta, non aveva solo oggetto di qualsiasi resoconto nel resoconto della partita reso dal delegato. Con ogni probabilità né il delegato né l'arbitro hanno sentito il canto in questione.
In assenza di una menzione nel resoconto della partita, la commissione disciplinare della LFP non può prendere decisioni, come ha fatto recentemente nel caso del PSG contro lo Strasburgo. Nella stagione 2023-24 ha distribuito, ci informa l'ente, 49 multe per casi di espressione orale e striscioni, abbracciando ogni tipo di discriminazione, per un totale di 130.000 euro. Consueta con le denunce su questo argomento, l'associazione Stop Homophobia ne ha presentata lunedì una nuova contro la LFP e DAZN in seguito agli eventi di questo Saint-Etienne – Strasburgo.
La decisione di interrompere la partita è a discrezione dell'arbitro
Quanto alla procedura da seguire per fermare la partita in queste situazioni, la Lega ricorda che si affida al protocollo previsto dalla Fifa e che si articola in tre fasi: prima un annuncio fatto allo stadio per chiedere la fine dei cori discriminatori ( avvenuto a Parigi), poi una fine temporanea dell’incontro ed infine una fine definitiva.
Questa procedura è dettagliata nell'articolo 549 del regolamento di competizione della LFP sulla “procedura per gli incidenti di partita”. È, in definitiva, a discrezione dell'arbitro prendere questo tipo di decisione: “L'arbitro può decidere di ritardare il calcio d'inizio di un incontro o di interromperlo, più volte se necessario, a causa di incidenti gravi che possono o possono non comportare il ritorno dei giocatori e della squadra arbitrale negli spogliatoi. La partita potrà iniziare o riprendere solo se gli incidenti gravi saranno cessati”, si legge.
“Se la tipologia e/o la gravità dell'incidente lo richiede, può essere attivata un'unità di crisi da parte dell'arbitro, del delegato o dell'autorità pubblica. Al termine di ciò, la decisione di interrompere o meno definitivamente la gara, ovvero di riprenderla o meno in caso di incidente prima della partita, spetta all'arbitro. Tuttavia, l'autorità pubblica può sostituirsi a quest'ultimo per modificare la decisione definitiva, solo per motivi di grave rischio di turbamento dell'ordine pubblico. »
Related News :