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La Russia nega di avere un favorito

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Il Cremlino sostiene di non avere alcun favorito nella corsa per la Casa Bianca tra Kamala Harris e Donald Trump. Ma queste dichiarazioni basteranno a cancellare i sospetti di un’ingerenza russa nelle elezioni?

Mentre la campagna per le elezioni presidenziali americane è in pieno svolgimento, la questione delle interferenze straniere, in particolare russe, rimane al centro delle preoccupazioni. In questo contesto teso, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha voluto chiarire la posizione di Mosca. In un’intervista ai media turchi, ha affermato che la Russia “non ha alcuna preferenza” tra i due principali contendenti alla Casa Bianca: l’attuale vicepresidente democratico Kamala Harris e l’ex presidente repubblicano Donald Trump.

Neutralità mostrata nonostante le accuse

Queste dichiarazioni arrivano in un momento in cui La Russia è regolarmente accusata di cercare di influenzare il processo elettorale americanocome già avvenuto nel 2016. Sospetti rafforzati dalla recente rivelazione, da parte del colosso informatico Microsoft, di molteplici operazioni di disinformazione rivolte alla campagna di Kamala Harris. Di fronte a queste accuse, Sergei Lavrov è categorico:

All’epoca, l’amministrazione Trump aveva adottato le sanzioni più anti-russe rispetto ai suoi predecessori.

– Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo

Il capo della diplomazia russa si spinge oltre, stimando che sotto la presidenza di Joe Biden, di cui Kamala Harris è vicepresidente, Le relazioni russo-americane non sono mai state così teseal limite, secondo lui, di un “conflitto militare diretto”.

Trump-Putin, un rapporto ambiguo

Se quindi la Russia assicura di non sostenere nessun candidato, è chiaro i legami tra Vladimir Putin e Donald Trump sono stati spesso descritti come ambigui. Una vicinanza che il leader russo non ha del tutto smentito, accogliendo anche di recente la “sincerità” di Donald Trump nel suo desiderio di porre fine al conflitto in Ucraina. Una posizione che contrasta con la fermezza mostrata dall’amministrazione democratica su questo tema.

Verso un disgelo nei rapporti?

Alla fine, Vladimir Putin sembra soprattutto aspettare di vedere quale sarà l’atteggiamento del prossimo inquilino della Casa Bianca prima di decidere su un possibile miglioramento delle relazioni bilaterali. Una cautela comprensibile viste le numerose questioni geopolitiche e controversie tra le due potenze, dall’Ucraina alla corsa agli armamenti e ai diritti umani.

Nonostante le smentite di Mosca, è quindi probabile che il Cremlino seguirà con la massima attenzione l’andamento di questa particolarissima campagna presidenziale americana. E che segretamente spera, senza necessariamente proclamarlo forte e chiaro, l’elezione di un presidente più conciliante per vedere l’allentamento delle sanzioni internazionali e la sua influenza riacquistare colore sulla scena mondiale.

La posta in gioco di un’elezione cruciale

Al di là della Russia, lo è il mondo intero che verrà sospeso dal verdetto delle urne americane del 5 novembre. Perché la scelta che faranno gli elettori avrà un impatto decisivo su molte questioni scottanti:

  • Gestione della pandemia Covid-19 e ripresa economica
  • La lotta contro il riscaldamento globale
  • Relazioni commerciali, in particolare con la Cina
  • Il posto degli Stati Uniti sulla scena internazionale

Tante sfide colossali attendono il prossimo presidente e che plasmeranno il volto del mondo di domani. In questo contesto, eventuali interferenze esterne appaiono quasi come un epifenomeno di fronte all’immensità del compito che attende il vincitore. Ma restano un argomento spinoso che senza dubbio continuerà ad avvelenare il dibattito politico americano e le relazioni tra Washington e Mosca nei mesi e negli anni a venire.

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