La pace dei cimiteri. Chiunque veda i vivi venire a rendere omaggio alla memoria dei propri cari quest'anno in Ucraina avrà un assaggio di cenere. Troppo sangue e troppe lacrime. Come in questa antica chiesa gesuita di Lviv, a un'ora di macchina dal confine polacco. Trasformato in deposito di libri durante l'Unione Sovietica, oggi ospita la cappellania militare. In una delle baie, 1.600 volti di soldati i cui funerali furono qui celebrati accolgono il visitatore.
Ai piedi di una croce di betulla rimasta in piedi come per miracolo dopo un bombardamento nella regione di Luhansk, i cappellani hanno deposto elmetti crivellati di proiettili e resti di missili. I disegni e le foto dei bambini sono come tante toccanti testimonianze. Tra pochi mesi la guerra entrerà nel suo quarto anno.
Resisti e resisti. Un sentimento di scoraggiamento si diffonde nella società ucraina con l’avvicinarsi dell’inverno. Certamente gli aiuti occidentali sono ancora lì. Ma ciò accade in modo troppo parziale. E senza poter fare la differenza di fronte alla potenza di fuoco dei russi. In un Paese che sta già invecchiando, recuperare le perdite si rivela sempre più difficile.
Non vengono fornite cifre attendibili sul numero dei feriti e dei morti da parte ucraina. Kiev, invece, pubblica il conteggio giornaliero delle perdite russe: ad oggi sono 694.950. Questa vaghezza non inganna nessuno. A Lviv, ai piedi dell'antico cimitero di Lytchakiv, creato per ordine dell'imperatore austriaco Giuseppe II alla fine del XVIII secolo, la nuova piazza militare ospita ottocento tombe. Su questa immensa aiuola dove ogni tomba è un giardino sventolano centinaia di bandiere ucraine. La sera, sotto il cielo stellato, migliaia di candele e lanterne ricordano la portata del sacrificio compiuto per difendere i valori democratici europei.
L’Europa di fronte ad una guerra
Il vero Giorno dei Morti, quello chiamato la “piccola tomba”, si svolgerà non più come in Francia il giorno dopo Ognissanti che è un giorno come gli altri in Ucraina, ma il lunedì successivo a Pasquetta. Le persone poi vengono a decorare le tombe con fiori e a posizionare uova dipinte di rosso o di colore rosso. E anche il pranzo con la famiglia.
Stremata dai bombardamenti, l’Ucraina non ha mai avuto così tanto bisogno di sostegno militare e politico. Una battaglia incerta di fronte a un’America tentata dall’isolazionismo e a un’Europa divisa.
Per convincere la diplomazia ucraina è impegnata su tutti i fronti, anche nei confronti del Papa. A marzo un colloquio con quest'ultimo suscitò incomprensioni. “Il più forte è colui che osa sventolare bandiera bianca”, Lo ha spiegato Papa Francesco.
Un recente incontro tra Papa Francesco e Volodymyr Zelenskyj ha fornito una spiegazione. Senza fugare ogni dubbio come testimoniano i doni elargiti in questa occasione: una targa di bronzo con la scritta “la pace è un fiore fragile” da un lato e dall'altro un dipinto dedicato agli abusi russi.
“L'unica bandiera che sventoliamo è quella gialla e blu”, rispose Dmytro Kouleba, allora ministro degli Esteri ucraino. È anche quello dei colori europei che bisognerebbe alzare per allontanare l'ombra di Stalin. L’Europa affronta una guerra latente guidata dalla Russia. Ma gli europei ne sono davvero consapevoli?
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