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Alla scoperta dei Santi Bretoni. Il 16 ottobre è il giorno di San Gallo

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In questa sezione vi invitiamo a scoprire la storia dei Santi Bretoni. I santi bretoni designano personalità bretoni venerate per il carattere esemplare della loro vita dal punto di vista cristiano. Pochi di loro furono riconosciuti santi dalla procedura di canonizzazione della Chiesa cattolica (istituita diversi secoli dopo la loro morte), ma furono designati dal popolo, la loro stessa esistenza non sempre essendo storicamente attestata. La maggior parte delle vitae di santi bretoni pervenuteci risalgono infatti ai secoli IX e X o furono riscritte nel contesto della riforma gregoriana che indusse talvolta i chierici a rimodellare i documenti agiografici, derivanti da tradizioni orali trasmesse sia nell’antico linguaggio popolare retroterra che nell’ambiente accademico, nel loro interesse (legittimazione della figura episcopale, del merito di una riforma di una comunità monastica). Lo sviluppo del culto di questi santi si sviluppò nel tardo Medioevo quando diverse famiglie dell’aristocrazia bretone si appropriarono delle leggende agiografiche giustificando, attraverso argomenti genealogici, la particolare protezione di un santo o la sua adozione come antenato sostituto nei loro lignaggi.

Gli storici attuali hanno ancora grandi difficoltà a distinguere tra immaginazione e realtà. La storicità degli episodi della vita di questi santi rimane spesso dubbia perché questi episodi si ritrovano nell’agiografia così come compaiono nei costumi o nel folklore. La struttura stessa del racconto della vitae si ritrova in altre Vite di Santi i cui autori generalmente riprendono “convenzioni letterarie di modello biblico che modellarono i loro modi di pensiero e di espressione”.

Nel 2022, circa 170 santi bretoni sono rappresentati, ciascuno da una statua, nella Vallée des Saints, a Carnoët.

Il 16 ottobre è il giorno di San Gallo

Gallo (non latino Gallo), nato in Irlanda intorno al 550, fondatore dell’Abbazia di Saint-Gall, oggi in Svizzera, è un santo cattolico e ortodosso, morto 16 ottobre 646. Non va confuso con uno dei santi vescovi di Clermont: Gall IOÈ et Gall II. Dal celtico “gal” che significa coraggio.

Secondo la tradizione, Gall si formò nel monastero di Bangor, fondato da San Comgall. È uno dei dodici monaci scelti per accompagnare San Colombano in Gallia. Lo seguì nei suoi viaggi missionari attraverso la Gallia e partecipò alla fondazione del monastero di Luxeuil. Quando Colombano dovette lasciare l’Austrasia per aver rimproverato alla regina Bruneilde di avere come nipoti bastardi, Gallo e pochi altri discepoli seguirono il loro padre spirituale oltre il Giura. Gli storici attualmente lo considerano più un Gallo dei Vosgi, che corrisponde al significato del suo nome latino, che si sarebbe unito a Colombano durante il suo soggiorno a Luxeuil.1.

Dal 610 la piccola comunità cercò di evangelizzare le sponde del Lago di Zurigo. Di fronte alla violenza della gente del posto, dovrà presto allontanarsi. Si tentò un secondo insediamento nei pressi del Lago di Costanza, nel luogo in cui l’Alto Reno sfocia nelle acque del lago. Fondarono il loro monastero attorno ad una piccola cappella dedicata a Sant’Aurelia, ma che i pagani avevano reinvestito installandovi i loro idoli.

San Gallo conosce la lingua del luogo, avendola secondo la tradizione appresa durante i suoi viaggi missionari intorno a Luxeuil. Viene descritto come il primo missionario dell’Europa centrale ad aver predicato in volgare e non in latino. Predicò il Vangelo e convertì gli abitanti del posto. Il testo della vita del santo dice che il demone del lago era molto arrabbiato per il suo successo e cominciò a urlare al demone della montagna: “Questo straniero mi spinge nelle acque e devasta il mio dominio. E non posso ingannarlo, perché il Nome di Dio è sempre sulla sua bocca e, vegliando continuamente su se stesso, ride delle nostre insidie! » Questo aneddoto sembra ingenuo, ma costituisce una preziosa testimonianza del modo di pregare praticato da San Gallo.

Quando, nel 612, la comunità fuggì verso sud davanti agli attacchi degli Alemanni comandati dal capo Gunzo (In) e stabilitosi in Lombardia, Gallo, malato, dovette soggiornare nelle vicinanze, presso Bregenz, sulle sponde del Lago di Costanza. Quando si riprese, costruì delle celle, una sorta di capanna di fango e rami, e si stabilì in questo eremo che sarebbe diventato l’abbazia di San Gallo. Guadagna gradualmente il rispetto degli Alemanni, opera guarigioni, compresa quella della figlia di Gunzo, e finisce per entrare nelle grazie del Duca Alaman. Rifiutò onori e responsabilità (gli sarebbe stato offerto di diventare vescovo di Costanza, poi abate di Luxeuil), preferendo continuare il suo ministero di evangelizzazione dal suo eremo. Secondo la tradizione morì non lontano da San Gallo ad Arbon in poi 16 ottobre 640. La data di 16 ottobre rimane la data della sua festa.

San Gallo sarebbe venuto a costruire la cappella di Querrien (29) su richiesta della Vergine Maria.

Credito fotografico: DR

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