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la bolletta elettrica calerà meno del previsto, la caldaia a gas sarà tassata di più

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Il governo prevede una riduzione limitata al 9% del prezzo regolamentato dell’elettricità a partire dal 1° febbraio, in seguito all’aumento di un’imposta che dovrebbe rappresentare 3 miliardi di euro di entrate per lo Stato, secondo il progetto di bilancio presentato giovedì.

La bolletta elettrica diminuirà del 9% a febbraio, ma meno del previsto, a causa dell’aumento di una tassa che segna la fine dello scudo tariffario lanciato durante la crisi energetica, secondo il progetto di bilancio 2025 del governo che prevede anche il pagamento da parte di EDF con un dividendo di 2 miliardi di euro. Queste due misure insieme porteranno 5 miliardi di euro al bilancio dello Stato, ovvero quasi un quarto dei 19,3 miliardi di euro di aumento delle entrate previste.

Riduzione sulla bolletta elettrica limitata al 9%

Nell’ambito dell’uscita dallo scudo tariffario, il governo intende aumentare l’imposta sull’elettricità oltre il livello registrato prima della crisi energetica, caratterizzata dall’impennata dei prezzi dell’energia, che ammontava a 32 euro per megawattora. La misura porterebbe allo Stato 3 miliardi di euro e riguarderà tutte le famiglie e le imprese, ad eccezione dei grandi industriali. “Un aumento delle tasse vale per tutti, sia su una tariffa regolamentata che su un’offerta di mercato”, sottolinea un fornitore.

L’importo di questa tassa “supererà l’importo pre-crisi ma garantirà una riduzione del 9% per le famiglie con tariffe di vendita regolamentate (TRV) o contratti indicizzati a questa TRV”, assicura una fonte di Bercy. Se i prezzi dell’energia elettrica sono scesi drasticamente sui mercati, i 22,4 milioni di famiglie e imprese con contratti a tariffa regolamentata (il 56% degli abbonati) a febbraio ne beneficeranno meno del previsto. La commissione per la regolamentazione dell’energia (CRE) aveva previsto il mese scorso un calo di “almeno il 10%” nella bolletta elettrica nello scenario di un ritorno dell’imposta a 32 euro per MWh. Nei mesi scorsi l’ex ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, aveva promesso una riduzione dal 10% al 15%.

Resta ancora da decidere l’importo della tassa. “Per tenere conto dell’elevata incertezza sui prezzi al netto delle imposte (il costo stesso dell’elettricità, ndr) che durerà fino alla fine di dicembre 2024, si fa riferimento a un decreto che determina l’importo dell’accisa”, si legge nella cartella stampa di il progetto di bilancio. Sarà a febbraio, secondo Bercy.

Dividendo FES

Il gruppo elettrico, posseduto al 100% dallo Stato, dovrà contribuire con 2 miliardi di euro attraverso il pagamento di un dividendo al suo unico azionista. La misura è stata inclusa nella legge finanziaria per sostituire un meccanismo di tassazione degli strumenti di produzione (centrali elettriche delle società energetiche), una soluzione che aveva scatenato una protesta nel settore energetico, che temeva una minaccia per i suoi investimenti nell’elettricità senza emissioni di carbonio.

Fine dell’Iva ridotta sulle caldaie a gas

Per rispettare le normative europee e gli obiettivi di decarbonizzazione della Francia, la bozza di bilancio prevede di escludere le caldaie a gas dal campo di applicazione dell’Iva ridotta al 5,5% o al 10%: saranno ora tassate con l’aliquota piena del 20%. Guadagno sperato per il governo: 200 milioni di euro, ma “un sovrapprezzo controproducente, rischioso e ingiustificato, soprattutto per le famiglie più modeste”, ha denunciato Jean-Charles Colas-Roy, presidente di Coénove (settore gas), prima della pubblicazione del bilancio . Ogni anno in Francia vengono vendute circa 400.000 caldaie a gas.

Controllo energetico: nuovi criteri

Il governo vuole rivedere i criteri per il pagamento dell’assegno energetico e propone nuove condizioni di ammissibilità. Fino ad ora, le famiglie ammissibili venivano identificate sulla base del reddito e dell’imposta sull’abitazione (per determinare l’occupazione). Tuttavia, questo è scomparso nel 2023 per le residenze principali. D’ora in poi, per determinare i beneficiari, l’amministrazione si baserà sull’incrocio tra il numero del punto di consegna dell’energia elettrica dell’abitazione e il reddito imponibile di riferimento del nucleo familiare di cui uno dei dichiaranti è titolare del contratto elettrico.

Prezzo regolamentato dell’elettricità nucleare

La legge finanziaria propone di definire il nuovo quadro per la regolamentazione del prezzo dell’elettricità nucleare, in sostituzione del sistema attuale che scade il 1° gennaio 2026. Quest’ultimo ha consentito ai consumatori di beneficiare di volumi di elettricità nucleare a basso costo grazie a un prezzo amministrato.

Poiché in futuro EDF dovrà vendere tutta la sua produzione di elettricità sui mercati nel 2026, lo Stato vuole istituire un meccanismo per detrarre una parte del reddito di EDF quando supera una determinata “soglia fiscale”. ridistribuirlo ai consumatori. L’obiettivo: fornire ai consumatori prezzi stabili e vicini ai costi di produzione.

“Tutto il ricavato così riscosso sarà destinato a finanziare il meccanismo di riduzione del prezzo al consumatore finale”, si legge nella cartella stampa della proposta di legge.

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