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Movimento contro il carovita in Martinica: i negoziati devono riprendere

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Il bilancio dei danni aumenta in Martinica e ammonta, secondo la Prefettura, a 52 veicoli bruciati e 61 esercizi commerciali derubati dall’inizio della mobilitazione contro l’alto costo della vita. Lunedì sera altri 15 agenti di polizia e gendarmi sono rimasti feriti, portando a 33 il numero di agenti delle forze dell’ordine feriti dall’inizio di settembre. In totale, durante i vari eventi, furono arrestate 70 persone.

In un comunicato stampa, Jean-Christophe Bouvier, il prefetto della Martinica si rammarica di questi atti, a margine della mobilitazione, assicura di guidare, con tutti gli interlocutori “un lavoro approfondito, responsabile e rigoroso”, nella lotta contro l’alto costo della vita. Una quarta tavola rotonda è organizzata giovedì 10 ottobre 2024.

Un aggiornamento sull’andamento delle ultime settimane

Questo nuovo scambio tra le parti interessate dalla protesta, vale a dire il Prefetto, il RPPRAC, il Comune della Martinica (CTM) e il sindacato dei distributori e grossisti alimentari (SDGA), dovrebbe consentire di fare il punto sullo stato di avanzamento di queste due settimane recenti. La Prefettura comunica che a Fort-de-France e a Parigi si sono svolte diverse sequenze di lavoro che hanno consentito al rappresentante dello Stato e al presidente del consiglio esecutivo del marchio comunitario, “presentare un piano d’azione che tutti saranno tenuti a condividere e attuare per arrivare ad una riduzione strutturale e duratura dei prezzi dei prodotti di consumo”.

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Ricordiamo che durante gli ultimi negoziati, il presidente Serge Letchimy ha proposto di eliminare le dazi di mare su 54 famiglie di prodotti. Questa riforma doveva essere sottoposta al voto dei rappresentanti eletti dell’Assemblea durante la sessione plenaria del 3 ottobre. Infine, l’esame di questo provvedimento “eccezionale e sperimentale” è stato rinviato a causa della mancanza di impegno da parte dello Stato ad abbassare l’IVA e a rafforzare i controlli sui prezzi e sui margini.

“Attenzione alle false buone decisioni”

I Comuni, principali beneficiari della tassa di mare, si oppongono a questa riduzione delle loro entrate. “Attenzione alle false buone decisioni”, ha avvertito Justin Pamphile, presidente dell’associazione dei sindaci della Martinica, ricordando che diversi comuni della Martinica hanno già firmato un Corom (contratti di recupero dei comuni d’oltremare) con lo Stato. Questo tipo di contratto consente ai comuni in difficoltà di beneficiare di un sostegno per migliorare la propria situazione finanziaria, in particolare per ridurre i termini di pagamento ai fornitori locali.

Per chi è anche sindaco di Lorena, l’eliminazione di queste entrate potrebbe quindi avere conseguenze gravi nella vita dei comuni: “Gli stanziamenti statali diminuiranno e ci viene chiesto ancora di fare uno sforzo. I CCAS, ad esempio, sono finanziati dal municipio e aiutano molte famiglie. Dovremo tagliare i budget? Sarà insostenibile”.

Justin Pamphile è anche preoccupato per la situazione sociale in Martinica, se verrà applicata questa abolizione delle tasse portuali: “Noi siamo il territorio della vita. L’esplosione sociale, così come la stiamo vivendo oggi, non è niente in confronto a ciò che potrebbe accadere se non ci fosse più un municipio capace di compensare e calmare gli animi. Per me è un disastro. »

Nessun impegno da parte del governo sulla richiesta di riduzione dell’Iva

Per quanto riguarda le possibilità di intervento dello Stato per ridurre i prezzi, la riduzione dell’IVA dal 2,1% allo 0% sui prodotti di consumo, come in Guyana o Mayotte, è stata presentata come un asse prioritario definito durante la seconda tavola rotonda, come esenzione fiscale per le merci attraverso una riduzione dell’IVA sulle importazioni. Il prefetto della Martinica ha proposto anche la creazione di un fondo di compensazione di 11 milioni di euro finanziato da un contributo dei vettori e da una partecipazione dello Stato per la continuità territoriale.

Tuttavia, oggi è il momento di risparmiare in Francia. Per ridurre il deficit pubblico al 5%, l’esecutivo prevede uno sforzo colossale di 60 miliardi di euro da reperire in un anno. Sono quindi sempre più numerosi i Martinicani che mettono in dubbio la possibilità che lo Stato accetti di ridurre le sue entrate fiscali, quando avrà bisogno di denaro.

Il presidente del consiglio esecutivo della CTM ha tuttavia posto questa condizione per il voto sulla riforma del dazio di mare. Per il momento il governo non si è impegnato in alcun modo su queste misure.

I sindacati denunciano “le violenze del CRS8”

Negli ipermercati le promozioni si sono moltiplicate negli ultimi giorni, senza impedire azioni militanti. Senza progressi significativi, l’RPPRAC sta aumentando la pressione, con virulente operazioni di carrello della spesa. Gli attivisti saccheggiano gli scaffali, riempiono cestini e carretti. Una volta alla cassa, comunicano che non possono pagare i propri acquisti, dato che l’importo è troppo alto, lasciando gli articoli dove si trovano. In risposta, gli ipermercati presi di mira chiudono i battenti, lasciando gradualmente che i clienti si allontanino sul posto.

Ai distributori sono state rivolte diverse richieste riguardo ai loro margini di profitto e alla trasparenza delle loro operazioni, senza che per il momento si impegnino in tal senso. All’inizio della mobilitazione sociale contro il carovita, i sindacati martinicani non hanno aderito al movimento, manifestando gradualmente il loro sostegno. Alla fine di settembre, la CGTM e la CDMT si sono unite al movimento di protesta, invocando scioperi di 24 ore, rinnovabili. Le operazioni stanno quindi aumentando in questi giorni.

Mercoledì 9 ottobre, l’intersindacato del porto commerciale di Fort-de-France ha annunciato il blocco dell’accesso al sito, interrompendo l’attività di consegna/accoglienza. Un’operazione “isola morta” Lo annunciano anche una trentina di associazioni e organizzazioni sindacali. Tutti denunciano “la repressione coloniale e la violenza del CRS8”, in particolare lunedì a Lamentin. Lo chiedono quindi a tutti i settori di attività “prendere iniziative di mobilitazione”. Così, diverse operazioni molokoy sono partite questo mercoledì dal porto per convergere verso il centro della città di Fort-de-France. Viene richiesta anche la partenza del CRS8.

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