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Cosa fanno i bambini sotto i 13 anni sui social media?

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Ufficialmente, i minori sotto i 13 anni non hanno posto sui social network. È logico quindi che le statistiche e gli studi in materia li escludano completamente dal loro quadro di riferimento. Mentre gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di vietare le piattaforme social per i minori di 17 anni, e la Francia sta ancora valutando la creazione di una maggioranza digitale fissata a 15 anni, sarebbe molto ipocrita pensare che i nostri cari piccoli evolvano senza TikTok e Instagram. È proprio questo l’oggetto dello studio Born Social, realizzato dall’associazione Génération digital, in collaborazione con l’agenzia heaven, e pubblicato il 1° ottobre.

WhatsApp e videogiochi, nuove reti per i giovani

Per l’edizione 2024, lo studio Born Social è tornato sugli usi di questa generazione invisibile, presente sui social network, ma mai veramente contata. Tra le novità di quest’anno, sottolinea l’indagine l’evoluzione di WhatsApptrasformato in pochi anni da semplice servizio di messaggistica istantanea a vera e propria piattaforma social. La filiale di Meta ora prende in prestito tutti i codici dei social network tradizionali, con canali di discussione, status, ma anche la pubblicazione di storie, più facilmente comprensibili dai più giovani. L’arrivo dell’interoperabilità e dell’assistente AI Copilot nell’equazione promettono di ampliare ulteriormente il divario tra una semplice chat di RCS e le possibilità attualmente offerte da WhatsApp.

Piuttosto che socializzare sulle piattaforme “ufficiale” a cui è teoricamente vietato l’accesso, i giovani beneficiano anche di spazi più permissivi per confrontarsi con i propri coetanei. Come riporta lo studio, le piattaforme di videogiochi stanno diventando sempre più numerose spazi di socializzazione : il 63% dei preadolescenti va ai videogiochi online come Fortnite e Roblox con l’obiettivo primario di passare del tempo con i propri amici.

YouTube più popolare di TikTok

I giovani vengono spesso criticati per aver trascorso il loro tempo su TikTok. Se l’impatto del social network cinese sulla salute mentale degli adolescenti viene regolarmente sottolineato dai legislatori europei, coloro che non sono ancora abbastanza grandi per scorrere preferiscono chiaramente trascorrere il loro tempo su YouTube. La televisione per i più giovani fa onore al suo nome: di fronte alle piattaforme di streaming, la filiale di Google si è affermata da anni come il nuovo prime time per un’intera generazione, ma anche per i loro genitori.

Un riflesso del modello familiare

Se l’età minima legale per aprire un account sui social network è fissata a 13 anni, i più giovani sono comunque presenti, e particolarmente attivi: Il 75% di loro avere almeno un account su una piattaforma social e registrarne l’utilizzo regolare. Questa generazione “alfa” nata nel bel mezzo del boom delle piattaforme social, non ha aspettato di essere abbastanza grande per scorrere. La colpa è dell’iperconnettività permanente e anche dei genitori che hanno difficoltà a scendere dallo smartphone, ha recentemente accusato Xavier Niel, il boss di Free, recentemente entrato nel consiglio di amministrazione di TikTok. E per una buona ragione: il 28% dei minori di 13 anni ritiene che i propri genitori trascorrano troppo tempo al cellulare.

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