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L’Ucraina conclude l’accordo sul transito del gas con la Russia

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Informazioni chiave

  • Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha annunciato che il Paese non estenderà l’accordo di transito del gas con la Russia nel 2024.
  • La mossa mira a limitare le entrate energetiche della Russia, che secondo Kiev stanno finanziando la guerra in corso.
  • Shmyhal ha esortato le nazioni europee ad abbandonare completamente le importazioni di petrolio e gas dalla Russia.

Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha recentemente annunciato che il suo Paese non estenderà l’accordo sul transito del gas con la Russia quando scadrà nel 2024. La decisione è stata resa pubblica durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro slovacco Robert Fico.

Shmyhal ha affermato che la mossa rientra nella più ampia strategia dell’Ucraina volta a limitare le entrate energetiche russe, che secondo Kiev vengono utilizzate per finanziare la guerra in corso. Lui ha sottolineato l’importanza di imporre sanzioni al gas russo e di privare il Cremlino dei profitti derivanti dalla vendita di idrocarburi.

Impatto sull’Europa

Il mancato rinnovo dell’accordo di transito, che consente il trasporto del gas russo in Europa attraverso i gasdotti ucraini, potrebbe avere un impatto significativo sul panorama energetico europeo, in particolare per i paesi che dipendono ancora fortemente dalle forniture russe. Shmyhal ha esortato le nazioni europee ad abbandonare completamente le importazioni di petrolio e gas dalla Russia, chiedendo un fronte unito contro le esportazioni energetiche della Russia.

Ha riconosciuto che alcuni paesi, come la Slovacchia e l’Ungheria, si trovano ad affrontare difficoltà a causa della loro dipendenza dal gas russo. Tuttavia ha espresso fiducia in una progressiva diversificazione delle fonti energetiche per questi paesi.

L’impegno dell’Ucraina

Nonostante la decisione dell’Ucraina di non rinnovare l’accordo di transito, Shmyhal ha riaffermato l’impegno dell’Ucraina ad adempiere ai propri obblighi internazionali derivanti da accordi come l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e il Trattato sulla Carta dell’Energia. Questo impegno è stato recentemente messo in discussione a causa del blocco da parte dell’Ucraina dell’oleodotto russo “Amicizia”, ​​che fornisce petrolio a Slovacchia, Ungheria e Cecoslovacchia.

Questa azione ha minacciato di provocare una crisi energetica nell’Europa centrale e orientale, spingendo quei paesi a chiedere all’Ucraina di revocare la sua decisione. Le azioni dell’Ucraina hanno anche attirato le critiche dei funzionari ungheresi, che credono che l’Ucraina li stia punendo per aver sostenuto la pace e aver minato la loro sicurezza energetica.

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