Il numero di proprietà a rischio di inondazioni potrebbe raddoppiare nell’area metropolitana di Montreal, secondo le nuove mappe preliminari delle zone alluvionali rese pubbliche lunedì.
Quasi 20.000 case sono ora a rischio di inondazioni, come possiamo vedere in queste mappe prodotte dalla Comunità Metropolitana di Montreal (CMM) nell’ambito delle consultazioni pubbliche volte a modernizzare il quadro normativo per le zone alluvionali.
Ciò rappresenta circa 9,9 miliardi di dollari di valore nel registro delle valutazioni immobiliari.
Alcune regioni, come Pierrefonds e Vaudreuil-Dorion, hanno visto le loro zone alluvionali espandersi particolarmente. A Laval il numero delle abitazioni interessate aumenterebbe addirittura da 1.100 a 2.500.
Questi aumenti sono causati in particolare dall’aggiunta dei dati sull’acqua del 2017, 2019 e 2023, anni in cui sono state registrate significative inondazioni primaverili.
Il governo del Quebec ha anche chiesto che venga aggiunto un fattore di aumento “per tenere conto dell’incertezza legata al cambiamento climatico”, spiega Nicolas Millot, direttore della transizione e dell’innovazione del CMM.
I proprietari la cui residenza si trova attualmente in una zona alluvionale manterranno tuttavia un diritto acquisito sulla loro proprietà, secondo la regolamentazione proposta dal Quebec.
“Tuttavia, riteniamo che le regole non siano sufficientemente flessibili per trasformare l’ambiente edificato. Se un proprietario desidera decostruire la sua casa per ricostruirla in modo più resiliente, ciò è possibile solo nelle aree deboli. [risque] », sottolinea il signor Millot.
Dighe nel mirino
E a causa del rischio di cedimento delle diverse opere di protezione dalle piene (OPI), in particolare degli argini, interi comuni si troveranno per la prima volta in zone alluvionali.
È il caso in particolare di Sainte-Marthe-sur-le-Lac, la cui diga che ha ceduto nel 2019 è stata ricostruita.
Un abitante di Sainte-Marthe-sur-le-Lac ha dovuto viaggiare in kayak il 30 aprile 2019 a seguito di un’alluvione causata dalla rottura di una diga.
Foto d’archivio, Martin Alarie
“Attualmente abbiamo solo due proprietà in una zona alluvionale. E lì ci troveremo con quasi 2.000 alloggi», illustra il sindaco della città, François Robillard.
Se il Quebec riconoscesse l’efficacia della nuova diga, il rischio di inondazioni potrebbe ridursi a un livello basso.
“I parametri che regolano la ristrutturazione sono ancora tanti e sono gli stessi per una città protetta o meno da un OPI”, sottolinea il sindaco del comune situato alla periferia del Lac des Deux-Montagnes, i cui cittadini sono rimasti “sbalorditi” la vista di queste nuove carte.
Il Comune e la CMM ritengono pertanto che i rischi legati agli argini debbano essere distinti da quelli legati agli straripamenti dei fiumi.
“Vogliamo creare una nuova area protetta da una struttura di protezione, con un piano di misurazione del rischio specifico per la realtà territoriale”, afferma François Robillard.
La città di Sainte-Marthe-sur-le-Lac dovrà presentare una memoria in materia, accompagnata da una petizione dei cittadini, prima della fine delle consultazioni pubbliche del 17 ottobre.
Le modifiche normative attualmente allo studio del Quebec rallenterebbero la costruzione in queste aree.
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