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La pianificazione familiare si mobiliterà questo sabato a Tolosa

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La pianificazione familiare dell’Alta Garonna si terrà questo sabato alle 13 in Place du Capitole a Tolosa, insieme ad altre associazioni femministe. Ma anche sotto le finestre del consiglio regionale dell’Occitania, per denunciare i tagli ai sussidi. Quest’anno all’associazione mancheranno 40.000 euro.

Tre domande a Magali Tritto, volontaria della pianificazione familiare in manifestazione questo sabato a Tolosa

Questa data del 28 settembre è simbolica per te, è anche una ragione per cui ti mobiliti oggi?

Sì, naturalmente. La storia della Planned Parenthood e dell’aborto ha ormai 50 anni. Ogni anno, l’interorgano politico femminista di Tolosa si mobilita in questa data del 28 settembre, che è quella della Giornata internazionale per il diritto all’aborto. E anche Planned Parenthood ha voluto cogliere l’occasione per parlare della sua situazione critica quest’anno.

Perché è così importante? Da dove viene questo buco finanziario?

Quest’anno, la Pianificazione familiare 31, quindi l’Alta Garonna, rischia di non completare l’anno finanziario. Siamo di fronte ad una crisi finanziaria di 40.000 euro. Quindi non chiuderemo l’associazione, per fortuna. Ma questo ci impedirebbe di portare avanti certe missioni e certe azioni che sono necessarie, fondamentali. Come gli interventi nelle scuole e il servizio di reperibilità il lunedì.

Il buco deriva dalla riduzione dei sussidi, ma in generale gli aiuti non aumentano e non seguono la realtà sul campo. Abbiamo davvero la sensazione che le istituzioni, le strutture, gli enti locali siano molto lontani dalla realtà del territorio. A settembre è uscito un rapporto del Consiglio statale per la vita economica, sociale e ambientale, che mostrava che gli stereotipi di genere sono in aumento, che la violenza e l’aggressività sono in aumento, che i giovani sono sempre meno informati sulla sessualità. Le infezioni sessualmente trasmissibili sono un problema di salute pubblica! Anche loro sono in aumento. E tutto questo è sintomo del fatto che c’è sessualità ovunque, ma da nessuna parte l’educazione sessuale.

Vorrei che si tornasse sulla storia dell’educazione sessuale nelle scuole, magari anche per sdrammatizzare quello che circola sui social network. Cosa c’è esattamente in questi interventi scolastici da parte della pianificazione familiare?

Dipende da un insegnamento obbligatorio per legge dal 2001 e denominato EVARS (educazione alla vita affettiva, relazionale e sessuale). Si tratta di insegnare ai giovani a comunicare le proprie emozioni, a conoscere meglio il proprio corpo, a porre limiti, a parlare di consenso, a dire loro che esistono associazioni come la pianificazione familiare, se mai esistono. vogliono essere informati, ricevere consigli. E soprattutto, trattandosi di educazione popolare, ci assicuriamo sempre che provenga da loro. Vale a dire che non siamo noi ad arrivare con i nostri grandi zoccoli e a propagandare questa o quella idea. Si tratta di “aprire loro la parola” e discutiamo in base a ciò che ci dicono.

La risposta dell’Occitania: “è profondamente ingiusto”

Nadia Bakiri, consigliera regionale responsabile di questi dossier, risponde alla Pianificazione familiare dell’Alta Garonna:

Abbiamo una partnership molto importante con la Pianificazione Familiare, nell’ambito della lotta contro la violenza sulle donne e contro la discriminazione. Sosteniamo Planning dal 2016 e fino a quest’anno con sussidi che non si sono fermati. Eravamo addirittura una comunità che ha deciso di mantenere tutti i budget durante il Covid! Trovo profondamente ingiusto che l’associazione voglia manifestare questo sabato davanti al consiglio regionale, e mi interroga sulla postura di presentarsi davanti all’unico ente locale presieduto da una donna.

Nell’ambito del sistema “Generazione Salute”, che è un progetto e quindi oggetto di un bando, abbiamo voluto reindirizzare l’azione verso la salute mentale dei giovani, e ci siamo spostati verso un altro operatore, tutto qui .

Ma il 9 ottobre saremo presenti alla tavola rotonda proposta. Non dobbiamo vergognarci dei sussidi che diamo alla pianificazione familiare.

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