Definendo Israele uno “stato canaglia”, il ministro degli Esteri libanese ha denunciato venerdì 20 settembre, davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, le esplosioni simultanee di dispositivi di comunicazione utilizzati da Hezbollah in Libano questa settimana.
Le esplosioni simultanee di cercapersone e altri dispositivi di comunicazione in Libano questa settimana sono “semplicemente terrorismo”, ha accusato venerdì 20 settembre il ministro degli esteri libanese, definendo Israele uno “stato canaglia”.
“Fare esplodere a distanza dispositivi di comunicazione in modo collettivo, senza alcun riguardo per chi li trasporta o si trova nei paraggi è un metodo di guerra senza precedenti nella sua brutalità e terrore, che prende di mira migliaia di persone di età diverse che svolgono i propri affari nelle loro case, per strada, al lavoro, nei centri commerciali, è semplicemente terrorismo”, ha detto Abdallah Bou Habib al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
“La guerra ha delle regole”, aveva sostenuto poche decine di minuti prima l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk.
Quasi 3.000 feriti
“È un crimine di guerra commettere atti di violenza volti a diffondere il terrore tra i civili”, ha aggiunto durante un incontro richiesto dall’Algeria dopo l’esplosione simultanea, questa settimana, di cercapersone, walkie-talkie e altri dispositivi di trasmissione di Hezbollah in Libano.
Secondo le autorità libanesi, le esplosioni hanno provocato almeno 37 morti e circa 3.000 feriti.
Il leader di Hezbollah ha promesso una risposta “terribile” a questo spettacolare attacco attribuito a Israele.
In questo contesto estremamente teso, la compagnia aerea americana Delta Air Lines ha annunciato che avrebbe esteso la sospensione del suo servizio tra New York e Tel Aviv fino alla fine dell’anno. American Airlines aveva già indicato che non lo avrebbe più fornito fino alla fine di marzo 2025 e United Airlines lo aveva sospeso a tempo indeterminato. Anche Lufthansa e Air France hanno annunciato giovedì che avrebbero esteso la sospensione dei loro voli per Tel Aviv e Beirut.
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