Prendo la parola
La situazione politica del Camerun
Con le tentazioni della violenza e le promesse di disordine
La prima responsabilità di coloro che sono rispettati e ascoltabili è placare, calmare e sostenere la pazienza, la saggezza e l’umiltà, perché niente e nessuna frustrazione giustificheranno il passaggio all’ignoto Con tutte le implicazioni per la nostra salute mentale e il nostro equilibrio collettivo come nazione.
È il mediatore che qui si esprime, e si tratta proprio di un cittadino tutt’altro che ordinario, perché al crocevia delle molteplici e tenaci quotidianità dei nostri connazionali, alcuni dei quali hanno optato definitivamente per il silenzio, per la forza di incertezze, vessazioni, aspettative, umiliazioni e privazioni.
È il rimpasto che non arriva, queste sono cancellazioni infondate di titoli fondiari che portano anche al Ministro dei Domini, degli Affari Fondiari e al Catasto Nemico Pubblico N° 1 del Paese, queste sono fatture di mercato non pagate, questi sono infiniti atti di corruzione , sono fascicoli bloccati, frenati o nascosti nei cassetti, sono concorsi ed esami truccati, sono promozioni o sentenze del tribunale del tutto discutibili Il rovescio della verità è una diaspora maltrattata e poco controllata, poco incoraggiata a tornare al lavoro e investire nella terra natale.
Tutto ciò si aggrava con speranze e richieste insoddisfatte. Il rimpasto del governo, la grazia presidenziale, il ritorno delle spoglie del primo presidente del Paese e di sua moglie, il miglioramento degli assi stradali interurbani. Perché nei nostri aeroporti manca l’aereo, al punto che ci vergogniamo quasi di sbarcare o decollare da Douala o Yaoundé alle 8 del mattino, mentre altrove, proprio lì accanto, a Malabo o a Libreville, c’è la folla degli aerei?
Non capire, non tenere in considerazione tutte queste osservazioni e preoccupazioni dei connazionali, farebbe ancora più torto al nostro Paese, tradirebbe gli animi e diffamarebbe ingiustamente le persone oneste in una sorta di comportamento di genitori irresponsabili che ad ogni lamentela dei ragazzi, brandì la frusta.
Le lotte dei clan, le voci oi desideri di colpo di stato e altro, non devono impressionarci, preoccuparci al punto da far precipitare alcuni in sordidi e morbosi deliri. Certo, le questioni del passaggio alla sintesi, così come le domande e le ipotesi sulle scadenze elettorali, sono legittime, ma non bisogna farne una battuta di caccia davanti alla logica della verità, ai rapporti di forza e alle conquiste delle realtà del nostro Paese.
I momenti sono davvero difficili, ma evacuate le grida, risparmiate i pettegolezzi e rimanete concentrati sui bisogni e sulle necessità quotidiane. Ogni paese, ogni nazione, ogni popolo ha tradizioni, segni di identità e segreti che determinano e annullano il cammino del proprio destino. IL Camerun non fa eccezione, e nulla di ciò che miriamo a conoscere è unico o straordinario nella lunga, ricca, complessa e istruttiva storia dell’umanità.
Fuggire all’estero non è niente, proprio come predicare vendetta o odio e implicazioni. La giustizia degli uomini può venire meno, ma quella di Dio non viene mai meno e non ammette anticipazioni né precipitazioni. Ne usciremo, andremo comunque avanti, nonostante l’inerzia, nonostante le privazioni e le frustrazioni. Processi rocambochiani su importanti dossier di appropriazione indebita sono certamente in attesa nei cassetti, ma è forse questo il motivo per dare fuoco?
Il primo dei governi è la famiglia e le famiglie, l’individuo e nei comportamenti individuali. È anche per questo che dobbiamo già considerare il rimpasto. Essere troppo frettolosi o troppo radicali, troppo polarizzati o troppo irresponsabili porta al fallimento e all’emarginazione. La storia testimonia che i primi sono diventati degli ultimi, oppure populisti che sono diventati dei falliti o addirittura nemici di coloro per i quali credevano o volevano combattere.
Il Camerun è il Camerun, ed è una terra di cose impossibili e complicate, ma è anche, nonostante tutto, una terra di felici sorprese e di fantastiche promesse. Basta saperlo prendere, capirlo e viverlo./.
Yaoundé, 25 gennaio