una madre condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia di 13 anni

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Venerdì la corte d’assise dell’Hérault in Francia ha emesso un verdetto schiacciante. Sandrine Pissaraaccusato di avere ha torturato e fatto morire di fame sua figlia Amandine per anni, fu condannato all’ergastolo. Il suo ex compagno, Jean-Michel Cros, è stato condannato a 20 anni di prigione. Un esito tragico per una vicenda che segnò profondamente i francesi.

Infanticidio in Francia: una madre giudicata colpevole e condannata all’ergastolo

Amandina vissuto una prova insopportabile. Rinchiusa, malnutrita, picchiata, ha subito abusi inimmaginabili da parte di sua madre. Il lockdown del 2020 ha peggiorato la sua situazione, isolandolo ancora di più. Il 6 agosto 2020 è morta a causa delle ferite riportate.

Durante il processo in Francia, i giurati si sono confrontati con testimonianze agghiaccianti. Il supervisore del collegio di Amandine ha raccontato l’angoscia dell’adolescente quando è stato annunciato il parto: “Lola, sto per morire. Quanto durerà? Non resisterò. » Anche Ambre, la sorella di Amandine, ha testimoniato degli abusi subiti dalla sorella.

Il procuratore generale aveva chiesto l’ergastolo Sandrine Pissarachiamandolo “tiranno domestico” e di “Il boia di Amandine”. Jean-Michel Cros, da parte sua, è stato descritto come un “codardo collaboratore del sistema”. I giurati hanno dato seguito a queste richieste, condannando senza appello gli autori di questa tragedia.

Le confessioni di Sandrine Pissara non sono bastate a mitigare la gravità delle sue azioni. La sentenza emessa è commisurata all’orrore dei fatti. Questa convinzione è un sollievo per i cari di Amandine e un segnale forte inviato alla società.

Questo processo in Francia ci ricorda dolorosamente la necessità di rafforzare la protezione dell’infanzia. È essenziale mettere in atto sistemi per individuare tempestivamente le situazioni di abuso e intervenire rapidamente per proteggere i bambini in pericolo.

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